Covid, aumentano le richieste di logopedisti: gli effetti misteriosi della "nebbia mentale"

Lunedì 22 Novembre 2021 di Raffaella Troili
Covid, aumentano le richieste di logopedisti: gli effetti misteriosi della "nebbia mentale"

Invertire le parole, la seconda parola prima della prima, incredibile il cervello, che non copia e fa di testa sua. L'attenzione fa su e giù - come un elettrocardiogramma - da sollecitare costantemente.

E piccole disattenzioni da riprendere in corsa. Le nozioni semplici da mettere in fila in una testa che è sempre la stessa, all'apparenza, ma dove all'interno si è inceppato qualcosa. Il post covid silente - perché il corpo torna - quelle piccole defaillance che nemmeno gli esperti sanno dire con certezza se ce le metteremo alle spalle o resteranno.

Un dato è certo: il Covid ha fatto aumentare del 30% le richieste di un intervento per dislessia, balbuzie, disfagia, disturbi dell'apprendimento e del linguaggio (quelle che un tempo erano le diagnosi - a volte avventate e di moda - fatte sugli alunni delle scuole). Ma in tutta Italia mancano circa 10.000 logopedisti: nel Paese ce ne sono 15.000, 24 ogni 100mila abitanti, contro una media europea di 40 ogni 100.000. È questa la fotografia che emerge dal primo Libro bianco sulla logopedia, realizzato dalla società di ricerche demoscopiche Datanalysis e che ha coinvolto 2.100 tra medici di famiglia, pediatri, geriatri, neurologi e fisiatri e 200 tra direttori generali e direttori sanitari di Asl e Aziende ospedaliere, in tutta Italia. Lo studio è stato presentato a Roma dalla Fli, la Federazione dei logopedisti italiani. Parlando dei guariti dal Covid, Tiziana Rossetto, logopedista e presidente Fli, spiega che «gran parte dei pazienti che sono finiti in terapia intensiva devono riacquisire alcune capacità primarie».

«Dopo aver trascorso anche trenta o sessanta giorni in rianimazione, infatti, è necessario per molti, soprattutto se adulti o anziani, seguire un preciso percorso di riabilitazione per ricominciare a parlare, a deglutire o a mangiare correttamente - aggiunge - l'intubazione prolungata, per esempio, ha conseguenze sia sulla fonazione che sulla deglutizione, due specifici campi di competenza del logopedista». E commentando i numeri legati alla carenza d'organico, sottolinea: «La nostra professione è ai primi posti nella scelta delle giovani matricole tra le 22 professioni sanitarie. Ma i circa 840 laureati che si registrano ogni anno in Italia non sono abbastanza per colmare il divario con gli altri Paesi.

Una cosa è certa. Il Covid - vuoi per il post traumatico, vuoi per l'isolamento e per quanto è ancora ignoto e la scienza scoprirà, lascia quella "nebbia mentale" di cui hanno parlato gli scienziati. Non riguarda solo chi è stato vittima di ictus e danni importanti. il sistema immunitario in difficolta può portare alla perdita di alcuni neuroni. Disturbi a livello neurologico che non hanno risparmiato pazienti gravi o meno: stanchezza, mancanza di memoria e concentrazione. Chissà se torneranno, l'importante è esser vivi.

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