Stessa calca, stesso mare. Anche se ora in spiaggia toccherebbe applicare le regole Covid: lettini a distanza - senza le immaginifiche cupole di bamboo di cui tanto si parlava ad aprile - mascherine per entrare negli stabilimenti, cartelli per indirizzare i bagnanti tra le dune, sanificazioni in batteria, vigilanza sanitaria. «Purtroppo, dopo i primi controlli quello che riscontriamo è che pochissimi rispettano le misure di sicurezza», racconta Carmina Mancino, la direttrice dell’Ispettorato del lavoro di Roma, ufficio che ha disposto, solo nell’ultimo weekend, la sospensione dell’attività per due stabilimenti, entrambi a Fregene. I controlli ora si sposteranno più a sud lungo la costa laziale, puntando verso Ostia, il mare di Roma. Qui, per restare in tema Covid, la settimana scorsa è stato chiuso lo stabilimento “la Vela”: un lavapiatti di origine bengalese è stato trovato positivo al virus. Secondo l’indagine epidemiolgica della Asl Roma 3, peraltro, sarebbe andato a lavorare per due giorni di fila nonostante avesse febbre e tosse, i principali sintomi del coronavirus. Dopo i tamponi disposti dall’unità di crisi della Regione, sia i gestori sia i colleghi del lavapiatti sono risultati negativi al Covid-19, i 6 coinquilini invece sono stati infettati.
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ALLERTA DEI MEDICI
Il rischio del contagio in spiaggia c’è. «Se si sta all’aperto senza persone attorno si può fare a meno della mascherina, ma se ci sono assembramenti o non si rispettano le distanze il problema si pone - spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi - Il virus non è scomparso, è come se fossimo nell’occhio del ciclone, col cielo sereno, senza vento, ma non siamo fuori pericolo, anzi.
L’«EVENTO PRIVATO»
Tra gli stabilimenti chiusi la settimana scorsa anche il Gilda on the Beach, locale chic sul lungomare di Ponente, sempre a Fregene: qui il 15 luglio si è esibito per un «evento privato» il rapper Sfera Ebbasta. Duecento ragazzini, quasi tutti senza mascherina, come si vede anche nei video che girano in rete. Per questo il commissariato di Fiumicino, diretto da Catello Somma, è dovuto intervenire. Serata finita, una sospensione di qualche giorno per il locale, che nel frattempo ha già riaperto i battenti. Resta il tema delle spiagge sovraffollate, a partire dagli arenili liberi, dove il drappello di steward ha pochi strumenti per intervenire: «Chiamiamo i vigili, ma non vengono», confida un addetto vicino all’accesso del “curvone”, a Ostia. Gli agenti della Polizia locale si tengono lontani dalla sabbia: si occupano della viabilità, di qualche posteggiatore abusivo, al massimo sorvegliano i cancelli. Ma niente spiagge. Non stupisce allora che negli ultimi due mesi, da quando cioè hanno riaperto gli stabilimenti, non sia stata staccata nemmeno una multa. «Ma vi immaginate una pattuglia di 5-6 vigili che affronta duecento persone accaldate, magari alla terza birra? - si chiede Raffaele Paciocca, funzionario della Municipale del gruppo Mare e sindacalista Cisl - Diventerebbe una questione di ordine pubblico».