Coronavirus, caos per Sfera: chiuso il Gilda di Fregene

Mercoledì 22 Luglio 2020 di Lorenzo De Cicco
Caos per Sfera, chiuso il Gilda di Fregene

Stessa calca, stesso mare. Anche se ora in spiaggia toccherebbe applicare le regole Covid: lettini a distanza - senza le immaginifiche cupole di bamboo di cui tanto si parlava ad aprile - mascherine per entrare negli stabilimenti, cartelli per indirizzare i bagnanti tra le dune, sanificazioni in batteria, vigilanza sanitaria. «Purtroppo, dopo i primi controlli quello che riscontriamo è che pochissimi rispettano le misure di sicurezza», racconta Carmina Mancino, la direttrice dell’Ispettorato del lavoro di Roma, ufficio che ha disposto, solo nell’ultimo weekend, la sospensione dell’attività per due stabilimenti, entrambi a Fregene. I controlli ora si sposteranno più a sud lungo la costa laziale, puntando verso Ostia, il mare di Roma. Qui, per restare in tema Covid, la settimana scorsa è stato chiuso lo stabilimento “la Vela”: un lavapiatti di origine bengalese è stato trovato positivo al virus. Secondo l’indagine epidemiolgica della Asl Roma 3, peraltro, sarebbe andato a lavorare per due giorni di fila nonostante avesse febbre e tosse, i principali sintomi del coronavirus. Dopo i tamponi disposti dall’unità di crisi della Regione, sia i gestori sia i colleghi del lavapiatti sono risultati negativi al Covid-19, i 6 coinquilini invece sono stati infettati.

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ALLERTA DEI MEDICI


Il rischio del contagio in spiaggia c’è. «Se si sta all’aperto senza persone attorno si può fare a meno della mascherina, ma se ci sono assembramenti o non si rispettano le distanze il problema si pone - spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi - Il virus non è scomparso, è come se fossimo nell’occhio del ciclone, col cielo sereno, senza vento, ma non siamo fuori pericolo, anzi.
Per questo servono più controlli». L’Ispettorato del lavoro dall’inizio della fase 3 ha controllato oltre 400 attività di tutti i tipi: bar, negozi, ristoranti, fabbriche, aziende. Uno su 4, in media, se ne infischiava delle regole dell’emergenza. Nell’ultimo fine settimana sono partite anche le ispezioni negli stabilimenti balneari. E il quadro che emerge dopo i primi controlli non è rassicurante anche se non del tutto imprevedibile, viste le foto che già circolavano sui social da giorni, con le tintarelle gomito a gomito e l’assalto ai lettini. «In certi stabilimenti è difficile far entrare uno spillo - riprende il capo dell’Ispettorato, Mancino - anche se la questione assembramenti riguarda le forze di polizia. Noi ci occupiamo delle misure di sicurezza ed è facile, abbiamo notato, che non vengano rispettate». Niente cartelli, sanificazioni inadeguate, nessuna vigilanza sanitaria, pochissime mascherine. «Abbiamo anche trovato lavoratori in nero, un’infrazione che porta alla sospensione dell’attività, mentre per le altre irregolarità scatta la multa da 400 euro, oltre ai rischi sanitari che tutti conosciamo», sottolinea il numero uno degli ispettori.

 

L’«EVENTO PRIVATO»


Tra gli stabilimenti chiusi la settimana scorsa anche il Gilda on the Beach, locale chic sul lungomare di Ponente, sempre a Fregene: qui il 15 luglio si è esibito per un «evento privato» il rapper Sfera Ebbasta. Duecento ragazzini, quasi tutti senza mascherina, come si vede anche nei video che girano in rete. Per questo il commissariato di Fiumicino, diretto da Catello Somma, è dovuto intervenire. Serata finita, una sospensione di qualche giorno per il locale, che nel frattempo ha già riaperto i battenti. Resta il tema delle spiagge sovraffollate, a partire dagli arenili liberi, dove il drappello di steward ha pochi strumenti per intervenire: «Chiamiamo i vigili, ma non vengono», confida un addetto vicino all’accesso del “curvone”, a Ostia. Gli agenti della Polizia locale si tengono lontani dalla sabbia: si occupano della viabilità, di qualche posteggiatore abusivo, al massimo sorvegliano i cancelli. Ma niente spiagge. Non stupisce allora che negli ultimi due mesi, da quando cioè hanno riaperto gli stabilimenti, non sia stata staccata nemmeno una multa. «Ma vi immaginate una pattuglia di 5-6 vigili che affronta duecento persone accaldate, magari alla terza birra? - si chiede Raffaele Paciocca, funzionario della Municipale del gruppo Mare e sindacalista Cisl - Diventerebbe una questione di ordine pubblico».
 

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