Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche della Fondazione policlinico Gemelli e professore ordinario di Microbiologia all'università Cattolica. Come bisogna affrontare la fine del lockdown?
«Ora è fondamentale individuare subito eventuali piccoli focolai, come il funerale dell'altro giorno a Roma, scoprire gli infetti e tracciarne i contatti. Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia».
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Quali sono i rischi concreti?
«Bisogna evitare che si ripeta quello che è successo in passato, perché i casi adesso per fortuna sono pochi ma il virus continua a circolare».
Continua il calo dei malati di Covid negli ospedali. Il virus è diventato meno aggressivo?
«Non c'è una mutazione ma ci sono meno casi: ci sono minori quantità di virus in giro con cui una persona si può infettare e, quindi, meno casi gravi. Questo grazie agli effetti del lockdown».
Secondo lei era ancora presto per riaprire?
«Non siamo a zero contagi, quindi in linea teorica si doveva aspettare ancora. Ma probabilmente non era più possibile, in pratica, per l'economia».
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