Covid Lazio, nuovi contagi importati: dall'Albania alla Polonia, la lista dei Paesi si allarga

Sabato 1 Agosto 2020 di Raffaella Troili
Covid Lazio, nuovi contagi importati: dall'Albania alla Polonia, la lista dei Paesi si allarga

Gli spostamenti continuano a pesare sul numero di nuovi positivi al Covid-19: ieri ancora 18 casi nel Lazio, di cui 5 di importazione, uno del Bangladesh, uno dall'Albania, uno dalla Moldavia, uno dal Pakistan e uno dalla Polonia. E 4 di altre regioni. Tre i casi individuati in fase di pre-ospedalizzazione. Ad oggi i positivi di importazione nel Lazio provengono da ben 33 diversi Paesi. Nessun morto è la buona notizia di ieri.

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Ma il virus continua a circolare, al contrario di quanto fatto dalla Lombardia, al momento il Lazio non pensa di riportare la capienza di bus e mezzi di trasporto regionali al 100%. «Ci aspettiamo un valore Rt invariato nella valutazione settimanale», rassicura l'assessore regionale Alessio D'Amato, che però precisa: «Condivido le preoccupazioni espresse dal comitato tecnico scientifico. Nel Lazio sono stati trasferiti 334 migranti dalla Sicilia senza alcun elemento di proporzionalità rispetto alle altre regioni. Di questi 15 sono positivi e altri 9 sono irreperibili».



IL CASO TIBURTINA
Intanto continuano ad arrivare, pochi e alla spicciolata, i bus provenienti dai Paesi dell'Est presso l'autostazione Tibus a Tiburtina. «È attivo il drive-in del Forlanini per i rientri dalla Romania con qualsiasi mezzo, mentre proseguono le operazioni per gli arrivi al Terminal di Tiburtina». Dove però in pochi scendono e altrettanto pochi mezzi arrivano. «Le disdette fioccano, forse per evitare di compilare il modulo a bordo ed essere rintracciabili (forse non sanno dove poter passare la quarantena da soli)», si chiede Pierluigi Bartoletti, responsabile medico delle Uscar, «ancor più che il test sierogico è volontario; so che molti arrivati con i van chiamano i medici di famiglia per chiedere se possono andare da soli a Tiburtina. A quel punto è meglio il Forlanini».

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Per Bartoletti i casi di importazione sono «più facili da tracciare. Piuttosto non ci si mettano anche gli italiani con atteggiamenti poco responsabili, in quel caso è più difficile rintracciare il link epidemiologico». Con i tamponi rapidi la situazione potrebbe migliorare, stanno per esser consegnati.

Nell'Asl Roma 1 ieri 6 casi: uno riguarda una donna di rientro da Bormio, uno è ricoverato all'Umberto I di rientro dalla Polonia per il quale è stato avviato il contact tracing internazionale. Sempre nella Asl Roma 1 il caso di una donna residente a Milano con indagine epidemiologica in corso e due casi, madre e figlia, testate al drive-in. Nella Asl Roma 2 sono 5 i casi e tra loro due persone appartengono a un focolaio familiare con link a un caso positivo segnalato da Lecce, sempre nella Rm2 è emersa la positività di un uomo del Bangladesh al drive-in. Nella Asl Roma 3 due nuovi casi, un uomo di rientro dall'Albania per il quale è stato avviato il contact tracing internazionale, e una donna individuata in fase di pre-ospedalizzazione al Cto. Nella Asl Roma 4 solo una donna individuata in fase di pre-ospedalizzazione al Gemelli. Nella Asl Roma 6 un caso: un uomo del Pakistan individuato al drive-in. Un caso a Rieti individuato in fase di preospedalizzazione, 2 a Latina: il bagnino di uno stabilimento a Sabaudia, una donna rientrata dalla Moldavia.
 

 

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