Coronavirus Lazio, D'Amato: «Frosinone e Rieti sotto osservazione. Vaccinare per categorie è un errore»

Venerdì 5 Marzo 2021 di Mauro Evangelisti
Coronavirus Lazio, D'Amato: «Frosinone e Rieti sotto osservazione. Vaccinare per categorie è un errore»

I casi positivi aumentano anche nel Lazio, ma l'Rt resta anche per questa settimana sotto a 1, sia pure di pochissimo: questo potrebbe portare alla conferma nella fascia gialla, anche se Frosinone (già arancione) preoccupa e rischia un inasprimento delle misure di contenimento; la provincia di Rieti, che paga la sua vicinanza all'Umbria, è sotto osservazione. Ma Alessio D'Amato, assessore regionale alla Salute, attacca su un altro fronte: bisogna cambiare metodo nelle vaccinazioni. Il metodo delle mille categorie a cui dare priorità, spesso differenti da Regione a Regione, non funziona. «Causa solo dei ritardi, è del tutto sbagliato, noi nel Lazio andremo avanti per classi di età». «E servono più vaccini: è iniziata la rolling review per Sputnik 5, ora l'Europa si muova subito per opzionare un quantitativo importante di dosi.

Dico di più: se l'Europa non si muove, la farà da sola la Regione Lazio. Prenoteremo le dosi che ci servono».

Roma, vaccino Covid in farmacia: il rifiuto dei medici

Vaccino AstraZeneca, l’Italia blocca l’export verso l’Australia. E l’Ema testa lo Sputnik


Il Lazio rischia l'arancione?
«I dati sono in crescita, ma l'Rt è a 0,98. Tecnicamente siamo ancora da giallo. Però abbiamo sotto osservazione la provincia di Frosinone, dove i casi sono ancora moltissimi. E l'arancione che abbiamo già attivato potrebbe non bastare: potremmo ricorrere all'arancione scuro o al rosso. Anche la provincia di Rieti, che confina con l'Umbria, dà segnali negativi: qui valutiamo se decidere limitazioni da arancione».

Nelle Regioni sta succedendo di tutto: tra le categorie a cui dare la preferenza per i vaccini c'è chi inserisce gli avvocati, chi i magistrati e le lobby sono molto attive.
«Io lo sto ripetendo da tempo. Bisogna procedere per classi di età, non per categorie professionali, perché altrimenti si rallenta drammaticamente la vaccinazione. Non comprendo perché al Ministero della Salute non ne tengano conto. Noi nel Lazio applicheremo questo principio: finita la parte di vaccinazioni relativa agli over80 (ne abbiamo già immunizzati 150mila), finite le scuole (domenica chiudiamo le prenotazioni, sono già 130mila), finite le forze dell'ordine e le persone vulnerabili, andremo avanti per fasce di età. Questo è il modo più veloce. Da oggi prenotazioni per 79-78 anni, lunedì 65-64 anni (coloro che per ora possono essere protetti con AstraZeneca), e ogni mese copriremo due classi di età a distanza di 15 giorni».

Anche così, però, un quarantenne deve aspettare parecchio.
«Calma, stiamo parlando con le dosi a disposizione oggi. Noi stiamo facendo 17-18 mila vaccinazioni al giorno, tranquillamente possiamo arrivare a 50 mila, possiamo triplicare. Così invece di quattro classi di età al mese, se ne faranno anche 12. Però dipende dal numero di dosi che ci invieranno. Questo delle classi di età è il metodo più veloce, altrimenti diventa una giungla, perché ogni categoria ha legittime aspettative e non si finisce più. Si perde tempo. Per questo dico che la circolare del Ministero della Salute, che parla genericamente di servizi essenziali, non aiuta. Lascia ampi margini interpretativi».

Avere vaccinato l'insegnante di ginnastica di 30 anni prima della cassiera di 59 anni che garantisce i generi di prima necessità anche durante il lockdwon ed è in prima linea non è tanto comprensibile, visto che poi, in molte regioni, le scuole chiudono comunque.
«C'è tanta demagogia. In ogni sede io ho sempre chiesto di seguire il modello israeliano sulle classi di età. Le circolari ministeriali ci hanno detto di fare altro e delle incongruenze ci sono state. Noi abbiamo vaccinato 150 mila over80 e immediatamente c'è stata una netta riduzione del tasso di incidenza e del tasso di mortalità. Questo è un fatto straordinario».

Mancano ancora le dosi?
«Pfizer si è stabilizzata nelle consegne, ci invia 66mila dosi settimanali. Ma continuiamo ad avere le carenze di AstraZeneca: invece di 41mila ce ne invia 11mila. Quando va bene ne arrivano, in totale compresa Moderna, 120 mila a settimana, quando va male solo 60-70mila. Noi siamo con il freno a mano tirato, possiamo triplicare le vaccinazioni».

Perché non applicate la strategia della prima dose a più persone in modo da evitare di lasciare i vaccini nei frigoriferi?
«Ad oggi non c'è una circolare che lo dica. Se il Ministero della Salute vuole seguire questa strategia, deve metterlo nero su bianco. Non basta una indiscrezione pubblicata sui giornali».

 

Ultimo aggiornamento: 07:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA