Roma, Commercio, crisi infinita: «E i ristori sono in ritardo»

Giovedì 12 Agosto 2021 di Fabio Rossi e Flaminia Savelli
Roma, Commercio, crisi infinita: «E i ristori sono in ritardo»

Ritardi nei ristori, occupazione ancora in calo, crisi del commercio ormai strutturale - iniziata già prima della pandemia - e qualche piccolo segnale di ottimismo per il futuro, grazie al Recovery Plan. È una fotografia con molte ombre e qualche luce, quella scattata dall’Osservatorio economico di Confcommercio Roma, nell’abituale report trimestrale sullo stato di salute delle imprese del terziario della Capitale realizzato da Format Research: un’indagine basata su oltre mille interviste portate a termine dal 12 al 21 luglio scorsi.

Su un segmento molto importante dell’economia cittadina: le imprese del terziario - commercio, turismo, servizi - della provincia di Roma sono oltre 289 mila e costituiscono il 76 per cento dell’intero tessuto imprenditoriale extra agricolo del territorio. Ma già questo è il primo dato in calo: prima della pandemia, le realtà attive erano 295.535.


I PUNTI
Secondo l’indagine di Confcommercio, solo quattro imprese su dieci hanno ricevuto completamente i ristori per le chiusure e le limitazioni dovute all’emergenza Covid. Quasi una su quattro (il 23,5 per cento) ne ha ricevuti solo una parte, ed è ancora in attesa del resto, mentre il rimanente 36,1 per cento delle imprese non è rientrata nelle previsioni di legge, e quindi non ha ricevuto alcun contributo. Ma a destare le maggiori preoccupazioni, nel settore terziario, è soprattutto la situazione del commercio: negli ultimi dieci anni, è stato il settore che ha sofferto di più, con 1.597 imprese perse. «Si tratta di un calo che parte da lontano, da prima del Covid - spiega Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma - Segno di un cambiamento di rapporti tra negozi di vicinato, grande distribuzione e commercio online». Ma il periodo della pandemia ha picchiato duro anche sul fronte dell’occupazione: tra le imprese del terziario, solo il 3 per cento ha visto aumentare i posti di lavoro, mentre nel 75 per cento dei casi l’occupazione è rimasta invariata e nel 23 per cento è peggiorata. «Ma le vere ripercussioni si avranno quando lo sblocco dei licenziamenti farà sentire i propri effetti - osserva Guasco - Per questo siamo molto favorevoli alla riforma degli ammortizzatori sociali». In discesa anche i ricavi, giù per il 42 per cento delle imprese.
LE PREVISIONI
Nel secondo trimestre di quest’anno l’indice del clima di fiducia delle imprese del terziario della Capitale è migliorato rispetto al primo trimestre. Tuttavia gli imprenditori temono che il diffondersi delle nuove varianti possa portare a nuove chiusure, soprattutto per ristorazione e ricezione turistica. Per la fine del 2021, infatti, il 19,2 per cento degli intervistati pensa che il giro d’affari della propria azienda aumenterà, mentre per il 38 per cento la situazione resterà invariata, per il 40 peggiorerà e il 2,8 considera l’impresa a rischio di chiusura. «Un dato importante è la grande partecipazione che la categoria ha in vista delle prossime elezioni amministrative», sottolinea il direttore di Confcommercio Roma. Tra i temi più sentiti ci sono gestione dei rifiuti, sviluppo urbano e riqualificazione delle periferie, manutenzione della città.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA