Colleferro, Willy ucciso dopo una rissa. Fornelli e calcio le sue passioni: «Voleva diventare come Totti»

Lunedì 7 Settembre 2020 di Alessia Marani
Colleferro, Willy ucciso dopo una rissa. Fornelli e calcio le sue passioni: «Voleva diventare come Totti»

«Mio fratello era un ragazzo speciale, dal cuore d’oro, come pochi ce ne sono al mondo. Noi siamo storditi, sono passate solo poche ore, di quei giovani che lo hanno ammazzato non sappiamo niente, mia madre la sentite, è dentro che piange disperata. Mio padre è a pezzi». Milena Monteiro Duarte, 19 anni, è la sorella più piccola di Willy. La loro famiglia si è trasferita da Capo Verde in Italia una trentina di anni fa, da 17 si è stabilita a Paliano (Frosinone), paesino a pochi chilometri da Colleferro, dopo essere stata a Roma e a Como. Milena e Willy sono nati in Italia, a Roma. Mamma Lucia è in casa, stretta nell’abbraccio dei parenti, urla in lacrime: «Perché proprio il mio Willy? Mio figlio così buono con tutti». «Willy non meritava questa fine», dicono il cugino e la cugina mentre fanno forza alla sorella. Ventuno anni, Willy sognava di diventare un grande chef. Aveva studiato duramente all’alberghiero di Fiuggi e da due anni si dedicava solo al lavoro in cucina, ad apprendere e imparare il mestiere che sarebbe diventato la sua vita. Aveva anche lasciato il calcio che amava tanto per dedicarsi a dolci e manicaretti. 

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Aveva militato nella squadra locale dell’Asd Paliano, immaginava di scendere in campo un giorno con la maglietta di Francesco Totti, «perché Willy era un romanista sfegatato - raccontano gli amici - si era inserito bene in paese, aveva preso parte al Palio come figurante. Era italiano a tutti gli effetti e aiutava sempre tutti. Si sono accaniti su di lui che era un ragazzo esile, senza pietà». Sabato sera intorno alla mezzanotte e trenta aveva salutato come al solito Mustafà, il portiere di notte dell’Hotel degli Amici di Artena dove lavorava. È andato a casa a cambiarsi d’abiti, ha salutato la mamma con un bacio e poi è passato a prendere i suoi tre amici per fare serata nei locali della movida di Colleferro, a due passi da largo Oberdan dove è stato ucciso, massacrato di botte per avere difeso un ex compagno di scuola durante una lite. «Guidava sempre lui - dice Vincenzo R., il papà di Marco uno dei ragazzi che era con Willy - perché non beveva mai, era il più serio e saggio». 



Dopo l’istituto alberghiero Willy aveva lavorato nelle cucine di un villaggio vacanze in Calabria. Al ritorno aveva presentato il curriculum a Nazzareno D’Amici, il proprietario dell’hotel di Artena. «Ho assunto Willy come cuoco apprendista - spiega - e ho subito apprezzato le sue doti di grande lavoratore. Solo pochi giorni fa gli avevo comunicato che a gennaio gli avrei dato uno scatto e un aumento per quanto era bravo. Anche durante l’emergenza Covid non ho pensato a mandarlo via nemmeno un attimo perché un ragazzo così non potevi rischiare di perderlo». Sabato sera, a dire il vero, Willy non era tanto contento. Una ospite del ristorante si era lamentata perché il pesce era un po’ troppo cotto. «Ho visto Willy un po’ giù e gli ho domandato cosa fosse successo - dice ancora D’Amici - quando ho saputo il motivo, gli ho detto di non preoccuparsi, che le signore hanno sempre da ridire perché vogliono essere le più brave in cucina. Piuttosto l’ho esortato a tirare fuori la cheesecake strepitosa che aveva preparato prima per offrirla ai clienti. Aveva imparato a fare i dolci, faceva un tiramisù spettacolare. Io sono sicuro che sarebbe diventato un grande chef. Adesso la mia preoccupazione è per la famiglia». 

La mamma di Willy presta servizio come domestica a Roma, papà Armando fa il muratore in cantiere. «Willy contribuiva a casa, aveva grande senso di responsabilità, era maturo come un uomo di 50 anni - dice ancora l’albergatore - vorrei lanciare un appello perché questa famiglia di persone per bene venga aiutata». Il sindaco di Paliano, Domenico Alfieri, ha decretato per oggi il lutto cittadino annullando gli eventi del week-end dello sport. «Willy era uno splendido ragazzo che si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Era un amico di mia figlia, un figlio di tutti», dice. Alle 20,30 insieme ai sindaci di Colleferro, Pierluigi Sanna, e di Artena Felicetto Angelini, si è recato sul luogo dell’uccisione a deporre dei fiori, così come avevano fatto alcuni zii e gli amici di Willy. Con loro anche la sorella di Willy, Milena, uno zio e due cugini. «Il Comune - ha fatto sapere Alfieri - si farà carico del funerale mentre stiamo trovando con la Regione Lazio un modo per potere garantire a questa famiglia una adeguata assistenza legale».
 

Ultimo aggiornamento: 18:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA