Truffa delle auto, 10 anni ai Casamonica: così adescavano le vittime fra annunci on line

Sabato 6 Aprile 2019 di Marco Carta
Truffa delle auto, 10 anni ai Casamonica: così adescavano le vittime fra annunci on line

«Non lo sai che sono un Casamonica?». Hanno adescato la vittima fra gli annunci on line di auto usate. Poi, dopo averla attirata nel proprio quartier generale, le minacce: «Dacci le chiavi. Noi siamo Casamonica». Il «cavallo di ritorno» dalle parti del clan è sempre un intramontabile classico. I fratelli Ferruccio e Diego, però, non avevano fatto i conti con il coraggio di Alessandro Minelli. Che, invece di sottostare al ricatto, decide di denunciare il sopruso, tanto che ieri, per entrambi, è arrivata la condanna per rapina e tentata estorsione: 6 anni per Diego, 4 per Ferruccio, che su questo genere di truffe ha costruito la sua carriera criminale.

«Buongiorno sono interessato alla Smart». È il 5 agosto del 2016 quando Minelli viene attirato nella trappola dai due fratelli. L'uomo ha messo in vendita la macchina su internet. E viene contattato. L'appuntamento è in via Fratelli Marchetti Longhi, a Ciampino, lussuosa dimora di famiglia dove non manca nulla: una villa regale, la piscina e qualche abuso edilizio. 3700 euro è il prezzo pattuito e tutto sembra procedere per il meglio. Minelli, addirittura, si reca insieme a Guido Casamonica, all'epoca minorenne, in un'agenzia per il passaggio di proprietà. Si brinda per festeggiare la vendita. Ma l'affare presto si rivela a senso unico. Di pagare i Casamonica non hanno alcuna intenzione. «Lo sai chi hai davanti? Sono un Casamonica», gli dice Diego. Mentre Ferruccio lo minaccia: «Dammi le chiavi e non farmi rodere..... Se vuoi i soldi passa domani. O dopodomani».

Il proprietario si ritrova senza macchina e per due ore viene «costretto a rimanere nell'abitazione». Il ricatto, però, non è ancora finito: «Stai dentro casa mia gli urla Diego Mi devi pagare per il disturbo. Hai il bancomat? Andiamo a fare la spesa». Secondo la ricostruzione del pm Maria Caterina Sgrò, i Casamonica costringono l'uomo a salire sulla macchina, poi lo portano «a uno sportello bancomat per il prelievo di 250 euro». Non sarà, però, mai intascata. La vittima, infatti, riesce a scappare e si rifugia dentro la tenenza dei carabinieri di Ciampino, dove denuncia tutto, facendo arrestare i suoi aguzzini. Ferruccio, attualmente in carcere per tentato omicidio, Diego, ma anche Luana Caracciolo, difesa dall'avvocato Antonio Filardi. Alla tentata estorsione avrebbe preso parte anche lei con un ruolo minore. Non abbastanza da evitarle una condanna a due anni.
 

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