È stata sempre la loro principale fonte di reddito. E anche se la droga rappresenta un volume imponente delle entrate del clan, i Casamonica rimangono pur sempre degli “strozzini”. Questo tipo di “affare” ha anche più volte rappresentato motivo di scontro: litigi, anche violenti, tra le varie famiglie per gestire il traffico dell’usura. Le pagine delle ultime informative raccontano episodi anche cruenti, innescati per tirar via più denaro possibile alle vittime e quando qualcuno non pagava e subentrava un altro membro del clan per recuperare il credito, la vittima rischiava anche di passare di mano tra un esponente e l’altro.
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Casamonica, le faide nel clan causate da spaccio e matrimoni finiti male
Numerose, infatti, le situazioni in cui gli stessi Casamonica sono arrivati a minacciarsi o a picchiarsi per accaparrarsi la vittima più ambita.
LE PROVE
Per sostenere l’accusa la Mobile ha convinto varie vittime di usura a parlare, ha sequestrato un’agenda in cui erano annottati i nomi delle persone, i crediti con i relativi tassi e i giorni in cui bisognava incassare i denari e infine ha ottenuto la testimonianza della collaboratrice di giustizia Simona Zakova, ex moglie di Raffaele Casamonica, figlio del capofamiglia Ferruccio. Una voce interna che ha rappresentato agli inquirenti l’importanza che ha l’usura per i Casamonica: «Raffaele mi diceva che quanto più bassa era la somma del prestito - ha riferito la Zakova - tanto più era alto il tasso degli interessi». E ancora, le vittime erano un “patrimonio” privato di ogni singolo esponente del clan. Ognuno aveva il suo portafoglio clienti, e nessuno poteva permettersi di rubare una vittima ad un altro membro della famiglia: «Ognuno di loro aveva i propri usurati, e non dava conto della propria attività agli altri. Tuttavia nel caso in cui qualcuno dei componenti era impossibilitato a riscuotere, gli altri agivano per conto suo». La mafia orizzontale.