Mario Cerciello, pusher indagato per spaccio con l'intermediario. Autopsia: 11 coltellate

Domenica 28 Luglio 2019
Mario Cerciello, pusher indagato per spaccio con l'intermediario. Autopsia: 11 coltellate

Ha un volto il pusher che la notte tra giovedì e venerdì ha ingannato i due ragazzi californiani fermati per l'omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, vendendogli a Trastevere aspirina al posto della droga. L'uomo, un italiano, è stato individuato dai carabinieri e sarà indagato nelle prossime ore per spaccio assieme proprio all'uomo derubato dello zaino che, contattando il 112, fece scattare l'operazione sfociata nell'aggressione mortale al carabiniere 35enne di Somma Vesuviana, ucciso con 11 coltellate.

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Camera ardente di Mario Cerciello Rega il carabiniere ucciso (foto Daniele Leone/Ag.Toiati)

Sono in corso, infatti, accertamenti anche sulla posizione di Sergio B., fin da subito apparsa ambigua. Il ruolo dell' intermediario è infatti uno dei punti oscuri di un'indagine che, dopo la confessione dei due fermati, punta ora a chiarire il contesto in cui è maturato il furto, l'allarme dato dal derubato e l'omicidio consumato senza l'intervento delle pattuglie d'appoggio. A quanto ricostruito dagli investigatori, quell'uomo in bicicletta apparso in alcuni frame delle telecamere di sorveglianza accompagnò personalmente i ragazzi dal pusher. Forse per accattivarsi la fiducia dei due potrebbe aver lasciato a uno dei due ragazzi lo zaino, probabilmente Elder Finnegan Lee, portando con sé l'altro che conosce l'italiano verso lo spacciatore.

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Poi sarebbero spuntate all'improvviso 6 o 7 persone inscenando una lite fra loro per spaventare l'acquirente e cedergli la 'finta' droga senza che se ne accorgesse. Così il ragazzo sarebbe tornato di corsa e i due sarebbero scappati tenendosi la borsa. Proprio per questo, quando i giovani californiani realizzarono di essere stati imbrogliati se la presero con lui chiedendo un riscatto di 100 euro e di un grammo di cocaina per riaverlo. Rimane da chiarire come mai, dopo aver già contattato i fermati telefonando sul suo cellulare che era all'interno dello zaino, l'uomo abbia deciso di rivolgersi al 112 raccontando di essere stato derubato dello zaino con dentro tutti i suoi documenti e chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine.

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Fu proprio lui a indicare - secondo quanto emerso dalle indagini - che gli autori della rapina con estorsione fossero nord africani, probabilmente magrebini. Una versione confermata a caldo anche dal collega del vice brigadiere che, però, quella notte ebbe una colluttazione con Christian Gabriel Natale Hjorth, il ragazzo biondo comparso in una foto bendato nella caserma dei carabinieri.
Intanto ieri il gip ha convalidato il fermo dei due ragazzi di San Francisco in vacanza nella Capitale. Elder Finnegan Lee, considerato l'autore materiale dell'omicidio, ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito è psicologicamente provato, è un ragazzo di 19 anni. Oggi abbiamo deciso di avvalerci della facoltà di non rispondere. Per rispetto del militare deceduto non vogliamo dire nulla di più». Ha spiegato il suo legale, l'avvocato Francesco Codini, ieri al termine al termine dell'interrogatorio di convalida del fermo.

 
 

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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