Carabiniere ucciso: c'è la confessione, ma restano punti oscuri

Sabato 27 Luglio 2019
Carabiniere ucciso: c'è la confessione, ma restano punti oscuri

Hanno confessato i due studenti statunitensi fermati per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ma rimangono dei punti oscuri sull'esatta dinamica del furto e dell'estorsione che hanno fatto scattare l'operazione nella quale è morto il militare. Da chiarire intanto l'esatto ruolo della persona derubata.

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Non è chiaro se si sia trattato di un pusher o di un suo 'intermediariò, ovvero di un procacciatore di clienti che opera nelle piazze di spaccio.

In ogni caso è insolito che una persona che abbia a che fare con traffici illeciti si rivolga poi ai carabinieri per dare l'allarme e denunciare il furto di uno zainetto con dentro telefono e anche dei soldi, forse provento di attività illecite. Un altro aspetto riguarda il perché i due americani, in possesso di un cellulare rubato, abbiano risposto alla chiamata in arrivo su quel numero e prendano un appuntamento con la vittima tentando l'estorsione.
 

Altro elemento da verificare è la presunta presenza di pattuglie in appoggio che non sono riuscite a intervenire in tempo quando la situazione è precipitata. Del resto né il carabiniere colpito a morte né il collega, entrambi in borghese come richiede un servizio in cui è necessaria la non riconoscibilità dei militari, hanno utilizzato l'arma di servizio per difendersi o mettere in fuga i due aggressori.

Ultimo aggiornamento: 19:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA