Inno della Roma in classe. La maestra: «Era uno scherzo. Metterò anche quello della Lazio per par condicio»

È successo in una materna al plesso Caterina Usai, in zona Talenti

Sabato 28 Maggio 2022
Bambini costretti a cantare l'inno della Roma in classe, video virale. Ira dei genitori: «Mio figlio è laziale»

L'inno di Antonello Venditti cantato tra i banchi di scuola all'indomani della vittoria della Roma in Conference League diventa quasi una questione di Stato. Accade che alla scuola elementare Caterina Usai, ovviamente di Roma, i piccoli della seconda siano stati 'invitatì dalla maestra a intonare la celebre colonna sonora della squadra capitolina. E con tanto di karaoke: insomma anche i pochi che non sapevano il testo di "Grazie Roma", o i più riottosi, non avevano scuse o scappatoie.

Un video ha documentato tutto, è finito sul web e si è scatenato il putiferio. 

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I bimbi e l'inno in classe

Tra i piccoli cantanti in erba infatti non c'erano solo lupacchiotti, uno dei quali come molti romani in questi giorni indossava la maglia della squadra del cuore, ma anche aquilotti o di altre fedi calcistiche o non interessati al calcio, alcuni dei quali rimasti in un angolo senza cantare. I genitori dei quali hanno messo in piedi una protesta degna di una tragedia di Shakespeare, di lotte intestine tra Montecchi e Capuleti, solo che qui c'era un pallone in più. Un piccolo tifoso biancoceleste, narrano i genitori, sopraffatto dall'onta di dover cantare un inno che non era il suo, si è addirittura messo a piangere, pensando forse all'aquila che vola nel cielo soppiantata da un lupacchiotto qualsiasi. La maestra, intervistata a Radio Sei ha spiegato però che il bimbo stava poco bene, «soffre di forte emicrania, piangeva per quello». 

Le polemiche

Poi per smorzare i toni e le polemiche e per par condicio la maestra ha promesso che farà cantare anche l'inno della Lazio, ma anche qui potrebbero venir urtate le suscettibilità di chi tifa Juve, o Milan, di chi pratica rugby o danza classica, di chi non pratica nulla e di chi odia il canto e lo sport. La macchina della dietrologia genitoriale si è intanto già messa in moto, perché le scuse potrebbero non bastare e a qualcosa bisogna pur appellarsi: la maestra ha fatto cantare i piccoli durante la ricreazione o nell'ora di lezione? Sullo sfondo resta che la docente, che non si definisce nemmeno una tifosa sfegatata, voleva trasmettere l'idea di una festa, dello sport, del cantare insieme. Ma il tifo, ancora una volta, ha prevalso. E stavolta non sul campo da gioco.

 

Le scuse della maestra

Sono arrivate le scuse da parte della maestra che ha fatto cantare ai bimbi l'inno della Roma. Il bimbo in lacrime «soffre di forte emicrania, piangeva per quello»,  ha spiegato ai microfoni di Radio Sei. «Era già venuto la mattina e con la madre abbiamo deciso di dargli un po’ di tachipirina, eravamo d’accordo che se non fosse passato sarebbe venuta a riprenderlo. Ho messo l’inno della Roma in maniera scherzosa, perché dei bambini erano andati a scuola con la maglia della squadra. Tra l’altro io non sono neanche una tifosa di quelle accanite e la mia famiglia è divisa. È stato fatto in maniera totalmente innocua e non premeditata, ma posso capire che possa aver disturbato. Per questo per par condicio metterò anche l’inno della Lazio, anche se in classe ci sono anche due juventini».

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 02:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA