Mirko, il bambino malato che a 10 anni è bloccato a Roma: serve un volo speciale (che ancora non c'è)

«Non possiamo tornare a casa, a Cagliari, perché non c'è l'assistenza sanitaria necessaria per mio figlio a bordo dei voli disponibili» spiega la mamma che da otto mesi vive con il figlio nei padiglioni dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù

Sabato 27 Novembre 2021 di Laura Bogliolo
Mirko, il bambino malato che a 10 anni è bloccato a Roma: serve un volo speciale (che ancora non c'è)

«Siamo bloccati da tre settimane a Roma in ospedale perché non ci sono voli che possano assicurare la sicurezza di mio figlio, gravemente malato». È una lucida disperazione quella che trapela dalle parole di Elisabetta Mantega, 46 anni, sarda, mamma di Mirko, un piccolino che dalla nascita lotta contro una serie di gravissime patologie. «Non possiamo tornare a casa, a Cagliari, perché non c'è l'assistenza sanitaria necessaria per mio figlio a bordo dei voli disponibili» spiega Elisabetta che da otto mesi vive con il figlio nei padiglioni dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Ora rischiano di trascorrere il Natale in nosocomio nonostante il bimbo sia in dimissioni, pronto a tornare a casa. «Il Bambino Gesù si è occupato di mio figlio sin dalla nascita, da dieci anni quindi, ha fatto tantissimo per lui, per noi i medici sono molto importanti, sono una seconda casa e gli vogliamo bene per tutto quello che fanno per Mirko». Operazioni, terapie e ora il piccolo, 10 anni, è tracheostomizzato, assistito da un ventilatore, una condizione delicatissima che richiede una assistenza specializzata h24: Mirko ha bisogno del trasporto assistito con barella. «Non possiamo tornare con la nave come abbiamo fatto in passato perché ora le condizioni di mio figlio sono peggiorate, dovremmo affrontare un viaggio di 12 ore e i medici giustamente - racconta la mamma - non se la sentono, non vogliono far rischiare la vita a mio figlio, se succedesse qualcosa in mare chi salverebbe Mirko? Siamo stanchi, delusi che la Regione Sardegna non assicuri questo servizio».

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La battaglia

I camici bianchi del Bambino Gesù da settimane stanno cercando disperatamente un volo attrezzato dal punto di vista sanitario, ma le ricerche per ora non hanno portato ad alcun risultato. «Non possono dimettere Mirko sottolinea Elisabetta perché non sappiamo come trasportarlo per farlo tornare a casa, prima si occupava Alitalia di questi voli, ora Volotea». Un passo indietro. Volotea è una compagnia aerea low cost: a ottobre si è aggiudicata il bando per garantire la continuità territoriale della Regione Sardegna, compito che prima veniva svolto da Alitalia. La procedura prevede che fino a maggio, sia Volotea ad assicurare rotte della continuità territoriale, ossia con garanzie sugli orari e prezzi calmierati. Ma il servizio di assistenza sanitaria di cui necessita Mirko non è stato ancora implementato. «Volotea fa sapere la compagnia - si è aggiudicata recentemente la gestione dei voli in continuità territoriale da e per la Regione Sardegna, rispondendo al bando che non prevedeva il trasporto di barelle.

La compagnia si sta adoperando per adattare e configurare i propri aeromobili alle esigenze di viaggio dei passeggeri in barella e il servizio sarà disponibile su tutti i voli da e per la Sardegna entro la fine di dicembre. La compagnia, rammaricata per la situazione, offre tutto il suo sostegno e la sua comprensione alla famiglia coinvolta». Il servizio clienti, fa sapere l'azienda, si metterà in contatto con i famigliari per fornire la necessaria assistenza. Il piccolo è seguito dall'Unità Operativa Complessa di Broncopneumologia diretta dal professor Renato Cutrera. Il Bambino Gesù ha investito del problema anche la Regione Sardegna e la prefettura di Cagliari per capire se sia possibile organizzare un volo speciale per il piccolo con un servizio di trasporto assistito barellato. Un gap, insomma, che l'ospedale e la Regione stanno cercando di colmare e che probabilmente riguarda anche altri malati in questo momento.

 

Ultimo aggiornamento: 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA