Atac, più fondi e nuovi autobus: operazione rilancio

Il Campidoglio raddoppierà la durata del contratto di servizio: da 4 a 8 anni

Venerdì 22 Ottobre 2021 di Francesco Pacifico
Atac, operazione rilancio: più fondi e nuovi autobus

Otto e non più quattro anni di contratto di servizio, raddoppiandone la durata, pur di rilanciare (se non salvare) l’Atac. Durante la sua campagna elettorale, Roberto Gualtieri ha garantito che la municipalizzata non sarà privatizzata.

Di più, ha promesso maggiori fondi per aumentare le corse. In quest’ottica il centrosinistra - che ieri si è insediato in Campidoglio - studia un allungamento della convenzione, con la quale il Comune paga la sua controllata per mettere in circolazione bus, tram, filobus e metro. Sono quasi 534 milioni all’anno, che coprono i costi del 65% del servizio.

 

PIÙ LIQUIDITÀ

Il contratto scade il prossimo 31 dicembre e l’obiettivo dei nuovi inquilini di Palazzo Senatorio è duplice: mettere a disposizione risorse per un arco temporale più ampio permettere a via Prenestina di programmare meglio gli investimenti (non soltanto l’acquisto di nuovi autobus ma anche completare le manutenzioni alle metro) e, soprattutto, premere sul tribunale fallimentare e sui creditori forti di una garanzia lunga otto anni per ridiscutere e allungare le scadenze del concordato, che ha evitato il fallimento dell’azienda sotto la zavorra di un debito monstre di oltre un miliardo di euro.

Perché se non si garantisce ad Atac più liquidità - in questa direzione va letta anche la volontà di aumentare il parcheggio sulle strisce blu - difficilmente si potranno portare a termine tutti i progetti che Gualtieri e il suo staff hanno in mente per rilanciare la municipalizzata dei trasporti: una maxi commessa di almeno 500 mezzi per rinnovare la flotta (anche utilizzando i fondi del Pnrr), rafforzare le centrali interne della manutenzione, avviare le manutenzioni straordinarie anche sulla metro B, costruire corridoi protetti per la mobilità fino alla creazione di sinergie con Atac, Cotral, Astral e Ferrovie per garantire ai romani una vera intermodalità che oggi manca.

La precedente giunta ha molto lavorato con Atac per rinnovare e potenziare il contratto di servizio. Ma le parti, complice anche la scadenza elettorale, non sono riuscite a concludere in tempo tutti i passaggi necessari. Un accordo di massima però era stato trovato: la maggioranza grillina era pronta ad aumentare l’entità dei trasferimento, chiedendo però all’azienda di superare il milione di chilometri l’anno e di esternalizzare le corse periferiche sul modello di quanto avvenuto con i pullman turistici per le cosiddette linee S, istituite per gestire meglio la domanda di trasporto degli studenti. L’idea del centrosinistra è più ambiziosa: seguire l’esperienza delle altre capitali (a Londra e a Parigi supera i nove anni) e allungare la convenzione per dare alla municipalizzata una maggiore sicurezza finanziaria. E in quest’ottica non ci sono soltanto i 174 milioni che nel 2022 via Prenestina deve riconoscere ai suoi creditori come prevede il concordato.

FINANZE ALLO STREMO

Le finanze di Atac, infatti, sarebbero allo stremo. Da mesi infatti sono bloccati nelle casse del Campidoglio 40 milioni, che erano stati chiesti all’azionista come anticipazione di cassa. Ufficialmente questi soldi sono per acquistare nuovi 70 bus ibridi ed evitare nuovi flambus, in realtà è necessario incamerare queste risorse anche per chiudere il bilancio 2022 con un ulteriore rosso. Nel 2020 la pandemia ha più che dimezzato - precisamente del 59,9 per cento - la bigliettazione: i soli 39,4 milioni di titoli venduti hanno fatto registrare una perdita di 174 milioni di euro in questa voce di bilancio, che nel consuntivo 2020 sono stati tamponati soltanto grazie ai ristori del governo e a 50 milioni di tagli sulla spesa. In questa situazione è probabile che tra le prime mosse della nuova amministrazione ci sia un’operazione finanziaria, chiedendo magari alla Regione un anticipo per poter limitare le perdite in Bilancio.
 

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