Atac, sos sicurezza: guardie armate sui bus contro le aggressioni

Lunedì 2 Settembre 2019 di Lorenzo De Cicco
Bus Atac, sos sicurezza: contro le aggressioni salgono a bordo le guardie armate

L'Atac è pronta a spedire le guardie armate sui bus. Dopo un'inquietante sequenza di risse e aggressioni agli autisti, il nuovo maxi-appalto per la sicurezza sui mezzi pubblici prevede la possibilità che gli addetti privati, con la pistola nella fondina, possano salire anche a bordo di autobus e tram. Sul piatto ci sono quasi 90 milioni di euro. Ma più che l'importo, a cambiare è la formula dei servizi di vigilanza: non sono previsti solo presìdi fissi nelle stazioni e nei principali depositi; i vigilantes armati saranno mandati a controllare pure i parcheggi e i nodi di scambio. E potranno intervenire «in caso di emergenza» anche sulle tratte della superficie. Bus e tram. Così si legge nella delibera approvata dal Cda di Atac lo scorso 11 luglio.

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Il tema della sicurezza, del resto, non va preso sottogamba. Gli episodi di cronaca, anche delle ultimissime settimane, hanno riacceso una spia d'allarme sull'incolumità di chi guida o viaggia su certe linee del trasporto pubblico romano. Tratte periferiche e bus notturni. Il 6 luglio un autista dell'Atac si è dovuto confrontare con un passeggero che, ammonito dal conducente per aver spintonato una signora, ha iniziato a prodursi in una serie di mosse da judoka, per fortuna senza fare troppi danni. Dieci giorni dopo, in zona La Rustica, gli autisti del 543, linea della notte, sono stati aggrediti da un uomo che aveva chiesto di far partire subito la corsa, «per andare a giocare alle slot». La notte dopo, stessa zona, altra aggressione.

L'IPOTESI DELLE RONDE
I sindacati parlano di «oltre 60 casi nell'ultimo anno». Non sono mancate nemmeno le sassaiole. Qualche organizzazione, dopo gli episodi di quest'estate, ha addirittura proposto le «ronde» dei conducenti. «Ci chiediamo se per poter ritornare a casa sani e salvi dobbiamo organizzare noi dipendenti delle ronde - ha detto Claudio De Francesco, segretario della Faisa Sicel - Se non vedremo subito i risultati lo faremo sul serio. Basta chiacchiere, si intervenga subito».

I FONDI
L'Atac, in realtà, ora è intervenuta. L'appalto milionario varato a metà luglio, come detto, cambia le modalità con cui le guardie private controlleranno i mezzi pubblici della Capitale. Rispetto alla vecchia commessa del 2015, spiega la delibera dell'Atac, «si amplia e ottimizza il modello dinamico di sicurezza armata» e viene allargato «il perimetro» dei controlli «ai parcheggi e ai nodi di scambio, con la possibilità di intervenire in caso di emergenza anche sulle tratte della superficie, come bus e tram». Questo prevede il provvedimento messo a punto dal presidente e ad del gigante dei trasporti, Paolo Simioni. Saranno invece «razionalizzati» i presìdi negli uffici.
Per la sicurezza sono stati stanziati 88 milioni di euro: 50 milioni pagheranno la sorveglianza delle stazioni della metropolitana, altri 20,5 milioni finanzieranno i controlli nei depositi dei treni, negli uffici amministrativi e appunto sulle navette del servizio di superficie; gli ultimi 17,4 milioni riguardano i presìdi nelle ferrovie regionali, è un lotto a parte, che permetterà ad Atac di sganciarsi dai pagamenti quando, come pare, le tratte urbane di proprietà della Pisana non saranno più gestite dalla partecipata del Campidoglio.

«BONIFICHE AMBIENTALI»
Oltre ai normali servizi di vigilanza, Atac ha previsto di chiedere a chi si aggiudicherà l'appalto anche prestazioni extra, sempre in tema di sicurezza: «servizi di investigazione», «servizi di bonifica ambientale», addirittura «servizi particolari anti-rapina». Con la speranza che viaggiare su certe tratte, per citare il film con John Cusack, per qualcuno non rappresenti più una «rischiosa abitudine».

Lorenzo De Cicco
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Ultimo aggiornamento: 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA