Covid a Roma, risse e zero distanziamenti: inferno a Campo de' Fiori

Lunedì 12 Ottobre 2020 di Elena Panarella
Covid a Roma, risse e zero distanziamenti: inferno a Campo de' Fiori

Campo de' Fiori, sabato sera, anarchia totale. Assembramenti, risse a ripetizione, gare in monopattino tra la folla e nessun controllo. «Questa non è movida.

Ma la mala-movida, quella squallida, peggiore, fatta di alcol e liti tra bulletti. A farne le spese sono residenti e persone che nel rispetto delle regole escono solo per farsi una passeggiata», è un fiume in piena Simone Efrati, delegato presidente dell'associazione via dei Giubbonari. «Sono arrivato alle 23 ed era già impossibile attraversare la piazza per quanto era piena - racconta - c'erano state già due risse. Poco dopo se ne sono accese altre due con la folla che si spostava come un onda da una parte all'altra. L'ultima in ordine di tempo è scattata in via dei Baullari: gruppi di minorenni nella mischia che si prendevano a calci e schiaffi senza motivo».

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«NESSUN PRESIDIO»


Insomma i dati del contagio, da giorni in risalita, non fermano i forsennati della movida (quella più selvaggia), che continuano a riempire le piazze e le strade dei locali e dei quartieri più alla moda. Una realtà che i residenti conoscono e sopportano da anni, e che ora non tiene minimamente conto delle prescrizioni anti-contagio. «Non c'era nessun presidio - aggiungono i residenti - ad un certo punto è passata una volante della polizia e basta». Intanto a piazza Navona «erano presenti tre auto dei carabinieri - aggiunge Efrati - una della guardia di finanza e i vigili urbani intenti a fare multe nelle strade limitrofe a chi non indossava la mascherina. Mi sono avvicinato per segnalare la situazione dall'altra parte di Corso Vittorio.

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Ma il vigile mi ha risposto: Mica ci posso andare io da solo. Ho provato a chiamare lo 060606 ma l'attesa era di 30 minuti. A quel punto ho desistito». C'è qualcosa che non funziona. «Sembra quasi una cosa voluta», sbottano i più anziani. «Ma chi deve controllare queste piazze? Si sa benissimo quali sono i luoghi di aggregazione è inutile prenderci in giro. Basterebbe rafforzare i presidi in quelle aree soprattutto nei fine settimana. E invece non è così. Non è una questione di locali chiusi alle 23 è una questione di far rispettare le regole. Sembra una logica studiata solo per le sanzioni e non per prevenire queste situazioni». Eppure di giorno «i negozi sono battuti a tappeto - conclude Efrati - i commercianti multati perché senza mascherina anche se dentro ai locali non c'è nessuno. E intanto gli incassi sfiorano i 20, 30 euro al giorno. Tra il giorno e la notte c'è un vero e proprio abisso. E intanto la città muore». E c'è chi aggiunge «ci vuole continuità nel far rispettare le regole - dice Rossella Ferraro, residente in via Monte della Farina - giovedì sera sembrava ci fosse il coprifuoco, venerdì e sabato l'inferno. Insomma c'è qualcosa che non funziona. E non è una questione di chiusure, ma di controlli da tarare. Non si può sperare nella pioggia per evitare le continue risse tra gruppi di ragazzini minorenni ubriachi, gli assembramenti nelle piazze e quelli sotto i monumenti come la statua di Giordano Bruno». Il fil rouge che lega i residenti è la richiesta di controlli e presidi «nei luoghi ben conosciuti da amministrazione e forze dell'ordine».

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Ultimo aggiornamento: 14:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA