Suicidio ad Ariccia, 14enne si lancia dal ponte. «Soffriva anche per il Covid»

Sabato 22 Maggio 2021 di Tiziano Pompili e Flaminia Savelli
Ariccia, si lancia dal ponte a 14 anni. «Soffriva anche per il Covid»

ARICCIA (Rm) - Si è lanciato nel vuoto e con un salto di oltre 60 metri ha cancellato ogni idea di futuro. Aveva appena 14 anni il ragazzo che ieri mattina intorno alle 10 ha scavalcato il parapetto del ponte. Si è seduto sulla recinzione e si è buttato di sotto. A nulla è servito il tentativo di un passante di salvarlo: «Che fai? Torna indietro, non ti buttare» gli ha gridato. Ma era già troppo tardi: il giovane si è lasciato cadere giù, davanti agli occhi attoniti dei passanti. Un dramma che si è consumato in pochissimi secondi ad Ariccia, comune dei Castelli romani alle porte della Capitale.

Sul ponte lungo la via Appia, conosciuto nella zona come il ponte dei suicidi per i tanti che da lì, si sono tolti la vita buttandosi nel vuoto.

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LE INDAGINI
Sul caso del 14enne ora indaga la polizia del distretto di Albano Laziale: l'uomo, Claudio L., che per primo ha dato l'allarme è stato subito ascoltato dagli investigatori. «Stavo attraversando il ponte in macchina -ha raccontato sconvolto - ho notato quel ragazzo mentre camminava e parlava al telefono. Poi si è fermato e non appena ho visto che si arrampicava sul ponte, ho inchiodato la macchina e sono corso verso di lui. Ho cercato di parlargli ma neanche mi ha risposto». Le indagini per ricostruire le ultime ore di vita del giovane suicida, sono partite da qui ieri. Gli agenti poi a ritroso, hanno ricostruito le ultime ore di vita. Ieri mattina era stato accompagnato dal compagno della madre al liceo Classico Ugo Foscolo dove frequentava il primo anno. Da quanto è stato accertato, alle 9.30 lo studente è entrato nell'atrio dove ha salutato i compagni e lasciato lo zaino. Ma poi è uscito dall'istituto: nessuno si è accorto della sua assenza fino a quando non è suonata la campanella. A piedi, da solo, ha percorso poco più di un chilometro fino al ponte, dove prima di saltare nel vuoto è stato visto con il cellulare in mano. «Stava parlando animatamente» hanno riferito alcuni passanti che hanno aggiunto: «Dopo aver attaccato, sembrava che stesse scrivendo un messaggio».

Le indagini ora si aggrappano a un'unica traccia lasciata proprio dal cellulare trovato nella tasca della giacca. Perché al momento non sarebbero stati trovati biglietti d'addio nè messaggi alla famiglia per spiegare l'estremo gesto. Dai primi riscontri, avrebbe scritto a una ragazza residente ad Albano. Per gli investigatori, avevano avuto una storia che però era finita. L'ipotesi è che questa delusione d'amore possa averlo spinto giù da quel ponte ieri mattina. Non l'unica: «Non possiamo escludere che possa aver risentito delle restrizioni e di questo lungo anno di pandemia» dicono i poliziotti: «Così come dobbiamo ancora escludere che sia finito nella rete dell'ultima moda in voga tra i giovanissimi, le sfide sui social». La chiave di volta per fare luce sulla tragedia dunque, è ancora nel telefono che nelle prossime ore verrà analizzato.

LO CHOC
Per tutta la giornata i poliziotti hanno ascoltato la famiglia, residente a Genzano, gli amici e i compagni di scuola. Alla ricerca di un'ombra, di un indizio in quella vita che fino a ieri sembrava perfetta e tranquilla. Eppure non sarebbe emerso almeno per il momento alcun elemento significativo.
«Era tranquillo come sempre, nessuna lite che possa giustificare un tale gesto» hanno riferito i familiari. Il giovane era un bravo studente, con la passione per la musica e lo sport. Figlio di genitori separati, aveva un ottimo rapporto con il nuovo compagno della madre: «Lo considerava come un altro figlio, avevano un bel rapporto e nulla poteva far presagire questa tragedia» ha commentato Alessio, uno stretto amico di famiglia accorso sul posto non appena saputa la notizia. «Era tranquillissimo, sembrava più grande dell'età che aveva sia per l'imponente stazza fisica, sia per la sua maturità. Non aveva mai dato segnali di alcun tipo, la sua è una famiglia felice e non gli faceva mai mancare nulla. In passato aveva praticato arti marziali» ha raccontato un altro amico.

Sconvolti i compagni di scuola del liceo Ugo Foscolo che domani rispetteranno un minuto di silenzio in sua memoria: «Non riusciamo a darci una spiegazione, non riusciamo a capire cosa sia accaduto nella sua vita. È un gesto che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato» hanno detto.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA