Sbagliano il trattamento di agopuntura e perforano un polmone all'atleta Andrea Rolla: a processo due fisioterapisti

L'accusa, rappresentata dal pm Mario Pesci, contesta a entrambi gli imputati l'esercizio abusivo della professione

Giovedì 2 Giugno 2022 di Francesca De Martino
Andrea Rolla, polmone perforato all'atleta olimpico: carriera stroncata. Due fisioterapisti a processo

Avrebbero eseguito in maniera sbagliata un trattamento ad aghi che avrebbe dovuto curare il dolore alla spalla sinistra di un campione di nuoto, velocista campano con un oro europeo e una partecipazione alle Olimpiadi nel 2012, Andrea Rolla. Ma, invece, quella terapia avrebbe procurato all'atleta, classe 1989, un polmone perforato e, quindi, l'interruzione immediata della carriera. È accaduto nel novembre 2014.

Per questi fatti due fisioterapisti, un 36enne romano e un 44enne originario di Bologna, sono finiti a processo davanti al Tribunale monocratico. L'accusa, rappresentata dal pm Mario Pesci, contesta a entrambi gli imputati l'esercizio abusivo della professione, sia sotto l'aspetto della diagnosi sia del trattamento: la procedura doveva essere eseguita da un medico. L'atleta, assistito dall'avvocato Tommaso Giustiniano, si è costituito parte civile.

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Il processo

In base a quanto ricostruiscono i pm, è il 28 novembre quando Rolla accusa un dolore alla spalla sinistra, «una contrattura muscolare in zona scapolare», e si rivolge a un centro fisioterapico specializzato, in zona Piazza Bologna, consigliato dai colleghi di squadra. L'aveva già frequentato altre due volte per lo stesso problema. L'atleta aveva fatto, infatti già qualche seduta di dry needling, un trattamento che consiste nell'inserire aghi molto sottili nella cute e nei muscoli, per sciogliere la contrattura. Ma, quel giorno, quando si ripresenta al centro, lo specialista che l'aveva seguito nelle precedenti sedute non è in sede. E così, per i pm, il 36enne, incaricato dall'altro imputato, avrebbe «praticato la manipolazione trust muscolare e il dry needling si legge nel capo d'imputazione - eccedendo le attribuzioni proprie della figura professionale di fisioterapista ed eseguendo una prestazione rientrante in quella del medico». Il professionista - a cui in una prima fase venivano contestate le lesioni in concorso con il collega, accusa poi stralciata per vizio formale di querela - avrebbe agito per «imperizia, per inadeguata considerazione dei rapporti anatomici» e, durate la procedura, avrebbe inserito un ago tra la scapola sinistra e la colonna vertebrale del paziente, perforandogli un polmone, provocandogli uno «pneumotorace sinistro». Dopo la seduta, Rolla si sarebbe sentito male. Il nuotatore non respira bene, ha l'affanno e si ripresenta in sede. E, in base alla ricostruzione dei pm, il 36enne avrebbe sottovalutato il malore, escludendo che potesse essere stato causato dal trattamento eseguito. Secondo i magistrati l'imputato non avrebbe spedito «immediatamente il paziente ad un pronto soccorso, o comunque da un medico per una valutazione». Lo stesso errore sarebbe stato fatto dall'altro fisioterapista, 44enne: «Quando è tornato e mi ha detto di sentirsi poco bene, l'ho fatto distendere sul lettino ha detto l'imputato in aula dopo 30 minuti si è sentito meglio ed è tornato di sua spontanea volontà a casa». Qualche giorno dopo, il 2 dicembre, il nuotatore si presenta all'ospedale San Camillo Forlanini dove viene sottoposto a una lastra al torace. La diagnosi è pneumotorace dovuto alla perforazione del polmone, trattato immediatamente con una pleurotomia e il posizionamento di un tubo di drenaggio. A causa di quel problema, Rolla è costretto ad abbandonare la carriera, in piena ascesa. Solo qualche anno prima, nel 2012, aveva vinto un oro e un argento agli Europei di Debrecen in Ungheria. E, nello stesso, anno aveva partecipato alle Olimpiadi di Londra. A settembre prossimo è attesa la sentenza del Tribunale.

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA