Ama, sciopero e turni saltati: la raccolta dei rifiuti va ancora in tilt

Giovedì 1 Luglio 2021 di Emiliano Bernardini
Ama, sciopero e turni saltati: la raccolta va ancora in tilt

Cassonetti pieni, odore nauseabondo per tutta la città e il termometro che supera i 30 gradi che non aiuta di certo. La raccolta resta nel caos. Roma ieri era invasa di rifiuti per lo sciopero (secondo i sindacati ha aderito quasi il 60% del personale) degli addetti alla raccolta dell'Ama.

Ma la differenza rispetto ai giorni scorsi, di fatto, è stata minima. Anche perché, stando a quello che trapela dall'azienda e dal mondo sindacale, da alcune settimane i camion di via Calderon de La Barca saltano ogni giorno fino a una cinquantina di giri nei ritiri. Cinquanta sui quasi 300 che sono previsti nel piano operativo della municipalizzata. Ed è così che si spiega perché attualmente quasi 300 tonnellate di indifferenziato rimangono in strada. Un numero che potrebbe persino aumentare se - nonostante l'ampliamento dei conferimenti deciso ieri dalla Regione ai catini di Viterbo e Civitavecchia - non si troveranno presto altre discariche dove mandare la spazzatura della Capitale.

Rifiuti a Roma, è emergenza

Ma dietro la cancellazione dei giri di raccolta non c'è soltanto un problema di smaltimento, la difficoltà a trovare spazi dove inviare gli scarti di lavorazione dei Tmb che trattano il talquale di Ama. Innanzitutto la municipalizzata sconta l'assenza di un sistema adeguato di trasferenza, cioè di un sistema logistico con delle piazzole che consentono di spostare quanto raccolto nei compattatori in un bilico di un camion destinato all'impianto di trattamento. Su questo fronte Ama sconta un taglio della trasferenza al sito di Rocca Cencia del 30 per cento rispetto al passato, deciso dopo le restrizioni imposte al Tmb dalla Procura Di Roma, che ha chiesto anche lavori di ammodernamento bloccati per i contrasti tra Comune e Regione.

I camion, nonostante i nuovi ingressi nella flotta, sono ancora pochi e vecchi, quindi scontano non pochi problemi di manutenzione: all'Alessandrino, per esempio, c'è un solo mezzo nuovo, a Cinecittà devono coprire un quartiere così grande soltanto 4 compattatori, all'Aurelio ci si affida a vetture più piccole. Racconta un operatore: «In media quasi il 40 per cento dei mezzi rimane fermo in deposito e i guasti sono di diversa natura: teli carico inutilizzabili, sponde laterali che non si aprono o motori che vanno in surriscaldamento».

 

Qualche giorno fa l'amministratore unico, Stefano Zaghis, ha denunciato che in questa situazione i camion sono costretti a essere utilizzati come piccoli depositi di rifiuti ambulanti: non c'è la piattaforma di trasferenza oppure non si trova la discarica dove scaricare, con il risultato che il materiale indifferenziato resta nel bilico del camion. «E così facendo - aggiunge un altro dipendente - quella macchina è come se restasse ferma al deposito, non è utilizzabile». Se non bastasse c'è poi il problema del personale: è vero che Ama ha oltre 7mila dipendenti, ma di questi - come ha segnalato lo stesso Zaghis in passato, ci sono «4.235 idonei, 1.239 idonei parziali temporanei, 402 idonei parziali permanenti, 167 inidonei temporanei e 86 inidonei permanenti». Tutta gente che chiaramente può dare un apporto limitato alla raccolta.

Dubbi su Albano 

Risultato? Tutti quadranti di Roma, anche quando non c'è sciopero, sono invasi a macchia di leopardo dai sacchetti che non vengono ritirati, con la situazione sul versante Est che è già esplosiva. A rendere la situazione ancor più rovente ci sono anche i dubbi dell'avvocatura della Città Metropolitana sul provvedimento annunciato dalla sindaca Virginia Raggi (che tra l'altro presiede lo stesso ente) per la riapertura della discarica di Albano: «ipotesi non percorribile». Anche se da Roma Capitale fanno sapere che si andrà avanti. Intanto ieri è arrivata l'ordinanza della Regione per aumentare i conferimenti alle discariche di Viterbo e Civitavecchia: infatti servono maggiori spazi non solo ad Ama ed E. Giovi proprietaria del Tmb di Malagrotta ma anche ad altri fornitori coma la Saf.

 

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