Roma, gli autisti Ama in vacanza e i rifiuti restano per strada

Lunedì 20 Luglio 2020 di Francesco Pacifico
Gli autisti Ama in vacanza e i rifiuti restano per strada

Neppure la solita call interna per trovare spazzini pronti a guidare compattatori e squaletti ha dato i risultati sperati. Hanno risposto soltanto in 21, poco allettati da un incremento salariale fino al 30 per cento. È allarme autisti dei camion in Ama per l’’estate in corso: già normalmente, su 800 addetti in organico con questo ruolo, ne mancano un centinaio. Numero che tra luglio e agosto - con le ferie e il consumo dei permessi - sale solitamente a 250. Ed è facile immaginare gli effetti: nuovi ritardi nella raccolta, soprattutto nelle zone Nord ed Est, con i cassonetti traboccanti e i sacchetti per strada. Il tutto mentre il Comune traccheggia sul piano assunzionale presentato nei mesi scorsi dall’amministratore unico Stefano Zaghis - il via libera doveva arrivare nella giunta di venerdì scorso - per reclutare 375 spazzini in più. La situazione spaventa non poco via Calderon de La Barca, dove il tasso di assenteismo - comprendendo ferie, malattie, recuperi e permessi - è in media tra il 25 e il 30 per cento e dove i camion grandi e piccoli per la raccolta funzionanti sono 6 su dieci.

Roma, finte cremazioni: dipendenti Ama sezionano le salme, scandalo al cimitero Flaminio

Roma, lo stop a Rocca Cencia costa 40 milioni: Ama costretta a tagliare

Tenendo conto che anche i nuovi Csl, quelli appena arrivati, stanno presentando non pochi problemi perché i loro bracci fanno fatica a movimentare i cassonetti più piccoli di quelli 240 litri.

Senza contare che quest’anno, rispetto a quelli precedenti, si prevede una produzione più alta di rifiuti del solito, visto che molti romani resteranno in città e non andranno in vacanza. In quest’ottica ha dato risultati più bassi del previsto la solita campagna - ribattezzata da qualche sindacalista «dalla ramazza al volante» - per chiedere a titolo volontario agli addetti alla raccolta con patente C di guidare per qualche settimana (massimo 80 giorni) i mezzi per la raccolta: soltanto 21 si sono detti disponibili. E spiegano dall’azienda che molti rinunciano anche perché mancano corsi di formazione ad hoc e si temono conseguenze in caso di incidenti. Per risolvere il problema ci si continuerà ad affidare a soluzioni da tampone. Anche perché l’unico modo per garantire nelle turnazioni un numero sufficiente di autisti e di operai della raccolta sarebbe quello di poter assumere nuovi addetti, in un’azienda che tra il 2017 e il 2019 ha visto uscire quasi 460 persone. Ma, come detto, è al palo il piano assunzionale che avrebbe dovuto portare all’ingresso quest’anno circa 120 spazzini, una buona parte dei quali da usare anche come autisti.
 

POCHE SOLUZIONI


Di conseguenza bisognerà fare di necessità virtù. In primo luogo accelerando sugli straordinari. La prima linea di Ama da tempo - come con le armate nel risiko - prova a spostare le squadre dai quadranti dove si producono meno rifiuti a quelli più in sofferenza. Senza contare che, dietro le quinte, si sta provando a trovare una soluzione anche per la gestione delle Und, la raccolta porta a porta davanti a bar, negozi e ristoranti. Ama, dopo aver “internalizzato” il servizio in quattro Municipi, starebbe valutando di chiedere aiuto in queste zone ad altre aziende esterne. Comunque sia, palliativi rispetto al via libera al piano assunzionale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA