​Crisi Ama, nuovo Cda: Raggi chiama Melara per cambiare il bilancio

Sabato 20 Aprile 2019 di Lorenzo De Cicco
Crisi Ama, nuovo Cda: Raggi chiama Melara per cambiare il bilancio

«Virginia non ci sta a finire all'angolo», dicono i fedelissimi, mentre l'ennesima buriana scompiglia il Campidoglio stellato. Gli audio registrati di nascosto dall'ex ad Ama, Lorenzo Bagnacani, e spediti in Procura, hanno convinto la sindaca di Roma a cercare subito la contromossa. «Serve una scossa, ora», è la linea di Raggi. E così dopo due mesi di colloqui, rimandi e ponderazioni, la prossima settimana sarà nominato il nuovo Cda della più grande partecipata dei rifiuti d'Italia, un gigante d'argilla con 8mila dipendenti e i conti mai così vacillanti. Serve una nuova guida per affrontare subito i nodi che Bagnacani - questa almeno è l'accusa della sindaca - non avrebbe sciolto, lasciando che la città diventasse preda della «melma», parafrasando una della conversazioni memorizzate sull'Ipad dell'ad messo alla porta il 18 febbraio scorso.

Raggi ha deciso di puntare su Luisa Melara, avvocato specializzato in diritto societario, commerciale e bancario. «Esperta soprattutto di gestione dei bilanci», fanno notare nei corridoi di Palazzo Senatorio. Perché la mission è chiara fin da subito: il nuovo Cda dovrà immediatamente mettere mano ai libri contabili, votare cioè i consuntivi dell'azienda a partire da quello del 2017, approvato in bozza da Bagnacani ma mai ratificato dal Campidoglio, per via di una partita di vecchi crediti - 18 milioni di euro - che l'ex ad voleva annotare per non chiudere l'anno in perdita e che invece l'assessore alle Finanze di Raggi, Gianni Lemmetti, sulla scorta di quanto detto dai tecnici comunali, non ha mai riconosciuto. Come è andata a finire, è cosa nota: dopo otto mesi di braccio di ferro, Bagnacani ha perso l'incarico e ha portato tutto ai pm.

Melara - per cui si profila il ruolo di presidente o ad - ha convinto Raggi col suo curriculum: socio fondatore dello studio Melara & Partners, consulente dello studio Carnelutti, è esperta di riorganizzazioni aziendali. E anche di concordato preventivo, su cui ha tenuto lezioni e seminari. Anche se, ancora ieri, l'assessore Lemmetti escludeva questa via per l'Ama, come invece è accaduto all'Atac. Si vedrà.

Melara e il resto del Cda dovranno mettere in pratica il nuovo contratto di servizio della municipalizzata, un tesoro da 700 milioni di euro l'anno, finora mal spesi, a vedere i risultati. Il nuovo patto col Comune prevede un sostanzioso ritocco delle penali legate ai disservizi: d'ora in poi saranno pagate sforbiciando i bonus ai dirigenti. Tocca migliorare lo spazzamento delle strade e la raccolta dell'immondizia. A questo proposito, il gruppo M5S ha presentato due mozioni in Assemblea capitolina per chiedere alla giunta di «integrare il personale addetto alle attività di controllo del rispetto delle norme sul decoro» (chi insomma getta la spazzatura a casaccio) e di «istituire un numero verde per le utenze non domestiche», quindi per i commercianti.

Quanto all'Ama, sfuma definitivamente l'ipotesi di Pieremilio Sammarco: nel Cda non ci sarà. L'avvocato, ex socio di Previti e tutor della sindaca ai tempi del praticantato di lei, il mese scorso aveva spedito il curriculum a Palazzo Senatorio, partecipando alla call per i nuovi vertici. Raggi ha pensato seriamente alla sua nomina e fino a metà marzo l'incarico è sembrato davvero a un passo. Ma ora non viene più giudicato «opportuno» col Campidoglio tornato nel mirino, la Lega che incalza e le preoccupazioni del M5S nazionale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA