Tutte le speranze di mamma Virginia si sono infrante davanti agli agenti del commissariato Ponte Milvio ieri mattina quando ai piedi del Ponte Duca d'Aosta, nel Tevere, è stato rinvenuto un cadavere, quello di suo figlio Alessio Zangrilli, Zangra 35enne boxeur della Palestra Popolare di San Lorenzo.
Pugile morto, le indagini
Gli investigatori della polizia diretti da Luigi Mangino hanno messo il cadavere a disposizione dell'autorità giudiziaria. Sul corpo di Zangrilli, pugile molto esperto e con 50 match alle spalle, è stata disposta l'autopsia. Apparentemente non ci sono segni di violenza, ma bisognerà accertare anche se avesse assunto droghe o psicofarmaci. O se qualcuno possa averlo indotto a perdere sensi e forze, istigandolo al suicidio.
Il ragazzo era apparso schivo e taciturno, aveva detto alla mamma di prendere delle non meglio identificate «gocce» per dormire. Al suo allenatore, Mariano e agli altri amici della palestra di via dei Volsci, per lui una seconda famiglia, era apparso «nelle ultime due settimane completamente sulle nuvole, non riusciva più a concentrasi negli allenamenti, meno allegro e scherzoso». Circostanza che avevano attribuito all'avvicinarsi per l'atleta dei 40 anni, il fatidico momento in cui un pugile deve abbandonare il ring per limiti d'età. Alessio non aveva un lavoro stabile, aveva perso quello di giardiniere per l'emergenza Covid e forse quel traguardo aleggiava come uno spettro nella sua mente. Eppure, dice Mariano, suo mister da 7 anni, «ci sembra impossibile che si sia tolto la vita. L'idea del suicidio ci lascia basiti perché era un ragazzo che anche dalla sconfitte più dolorose si era sempre rialzato con forza e dignità». In questi lunghi giorni a cercarlo era stata anche la fidanzata, di 15 anni più grande. La donna ha raccontato di avere ricevuto continue telefonate anonime nel frattempo.
Il rogo
Mercoledì intervistata da Chi l'ha Visto? sulla scomparsa di Alessio ha detto: «Penso che o s'è buttato al Tevere.. ma no.. non lo avrebbe fatto». E a proposito delle strane telefonate, delle conversazioni e dei messaggi scambiati con lui fino a domenica ha spiegato che «il mio cellulare è andato bruciato insieme al mio materasso». La donna ha comunque ricordato di avergli detto «Sì bravo, allora è finita..». Ieri sera ha postato sui social la sua disperazione: «Perché l'ha fatto, non ci posso credere». Forse ad Alessio anche quel rapporto ormai andava stretto, si sentiva «sottomesso» aveva confidato. E forse ha voluto farla finita. Forse.
Mamma Virginia ora è sprofondata nel dolore. I vicini non la lasciano per un minuto, temono che possa commettere un gesto estremo. Presso la palestra popolare, non un semplice luogo di sport ma anche di cultura e solidarietà sociale, è stata aperta una colletta per aiutarla. La Federazione pugilistica italiana, intanto, ha pubblicato su Instagram una foto di Zangra: «Speravamo di rivederti sul ring».
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