Un pomeriggio di sole ai Castelli Romani si è trasformato in una tragedia. Domenica i tanti turisti che cercavano momenti di relax facendo due passi lungo le sponde del lago di Castel Gandolfo ammirando lo spettacolo naturale, si sono trovati di fronte a una scena drammatica: erano le quattro del pomeriggio e fra le persone a passeggio lungo lo specchio d'acqua all'ombra della residenza papale c'era una coppia, una donna e un uomo sulla sessantina, a spasso lungo via Spiaggia del Lago, la strada che corre parallela alla riva.
Il ritratto
La vittima è un uomo di Velletri, Alberto Nicosanti. Aveva sessantuno anni e nella sua cittadina era molto conosciuto per via del lavoro che svolgeva presso un istituto di credito. Non era un bancario ma anche lui aveva fatto la storia, a suo modo, della sede centrale della Banca Popolare del Lazio di Velletri. Quando vi si doveva entrare, infatti, non si poteva non incontrarlo perché Alberto era sempre presente in portineria, per controllare che tutto andasse secondo le regole. Nel palazzo in via Martiri delle Fosse Ardeatine, nel centro della città lungo al via Appia, Nicosanti era addetto alla vigilanza, ruolo che svolgeva come dipendente dell'Istituto di Vigilanza Urbe. Da decenni era in quel posto di lavoro, e dalla guardiola aveva visto crescere tanti giovani bancari. Il suo compito era di garantire la sicurezza dei dipendenti e dei clienti dell'azienda ma, malgrado incutesse un certo timore con la sua corporatura possente e la divisa a cui teneva molto, «era un pezzo di pane» secondo quanto raccontano i conoscenti, tanto che tutti lo consideravano un «gigante buono».
«Il suo carattere amichevole, la sua gentilezza e professionalità lo rendevano benvoluto da tutti» spiega un suo amico. Col tempo aveva costruito una famiglia con la moglie Cinzia e il figlio, Cristian, aveva seguito le sue orme. Anche lui è una guardia giurata per la stessa azienda ma era soprattutto Alberto ad essere ogni giorno presente, da oltre vent'anni, nella portineria della storica sede dell'istituto di credito di Velletri. «Da quando sono entrato a far parte della banca, lui c'è sempre stato: per noi era un'istituzione» racconta Fabrizio. «Era impossibile non conoscerlo ricorda Massimo - e anche se non era un dipendente dell'istituto la sua figura è legata alla storia della Popolare. Era una bravissima persona e la sua morte è stata davvero inaspettata». Altri lo ricordano come un uomo «sempre gentilissimo e con il sorriso», «una persona semplicemente buona e straordinaria». Tra un anno sarebbe andato in pensione dopo una vita di onorato servizio. Invece il suo percorso si è fermato sul lago di Castel Gandolfo e i funerali si svolgeranno nei prossimi giorni a Velletri.