Turismo, alberghi e Covid. Un anno nero. «Sarebbe auspicabile permettere di riaprire alcune attività ancora sospese, come le spa e i convegni, garantendo l'accesso almeno a chi è vaccinato. Oltre ad essere una precauzione per i clienti, per noi sarebbe utilissimo perché questo serve a tenere occupata in albergo qualche camera in più. Il tutto a condizione che chi si presenta abbia fatto il vaccino».
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Turismo, dati choc
Nel 2020 in tutta Europa i flussi turistici hanno subito un profondo choc. I dati provvisori dell'Italia relativi ai primi nove mesi dell'anno sono in linea con il trend europeo (-50,9% sul 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno). Il comparto alberghiero è quello in maggiore sofferenza: le presenze registrate nei primi nove mesi del 2020 sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extra-alberghiero il 54,4%. Emerge dai dati Istat sul Movimento turistico in Italia.
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Stagione invernale a rischio
A forte rischio la stagione invernale. Le limitazioni agli spostamenti sul territorio, alle attività commerciali e di ristorazione e all'apertura degli impianti sciistici stabilite dai decreti dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 stanno generando un nuovo forte impatto negativo sui flussi turistici dell'ultimo trimestre dell'anno, soprattutto nei comuni a vocazione montana e nelle grandi città, che assorbono gran parte del turismo invernale (in particolare il Dpcm del 3 dicembre 2020 ha stabilito la chiusura degli impianti nei comprensori sciistici dal 4 dicembre al 6 gennaio 2021).