Roma, aggressione alla troupe Rai. «Non dovete inquadrarmi», arrestato sul lungotevere

La confessione del 49enne romano: "Non volevo che mia madre mi vedesse in tv"

Sabato 2 Luglio 2022 di Erika Chielli
Roma, aggressione alla troupe della Rai. «Non dovete inquadrarmi», arrestato sul lungotevere

Crede di essere ripreso da una troupe televisiva della Rai e li aggredisce. Presa di mira anche la volante della squadra mobile del distretto fluviale di Fiumicino, sul posto con gli operatori televisivi. Ferito anche un agente. L'uomo, Cristiano C., 49 anni, processato con giudizio direttissimo ha confessato: «Non volevo che mia madre mi vedesse in televisione». Accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, in attesa della prossima udienza del 13 luglio, dovrà presentarsi agli uffici di polizia di Trastevere, due volte a settimana.
È venuto a Roma per sua madre, che non vedeva da otto anni.

La donna deve sottoporsi ad un intervento così, suo figlio, Cristiano l'ha raggiunta nella Capitale; una città che l'uomo non frequentava più per via di alcune terapie di recupero per la dipendenza da alcool, che ha seguito nel suo territorio di residenza, Chiavari.

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L'AGGRESSIONE

Giovedì, verso le 18, si trovava nei pressi del Lungotevere, passeggiava su Ponte Mazzini quando, improvvisamente dall'altro lato della riva ha intravisto una troupe televisiva della Rai, a bordo di una volante di polizia del distretto fluviale di Fiumicino. In realtà, quella troupe «stava seguendo un gommone con a bordo altri operatori televisivi e dei nostri agenti - ha riferito in udienza l'ufficiale ferito - dovevamo girare un servizio sulla siccità». L'uomo, però, preso dal panico ha iniziato ad insultarli, urlando: «Non dovete riprendere». E, ancora: «Avete rotto». Poi, ha attraversato il ponte, per aggredirli. Calci, pugni e manate ai vetri della volante, tutto per raggiungere gli operatori Rai. Il sovraintendente della squadra mobile è sceso dall'auto per fermarlo, ma è stato colpito a un ginocchio e ha riportato un trauma contusivo con una prognosi di quattro giorni. L'imputato, sentito in udienza, ha reso una confessione parziale, ammettendo di averli insultati e aver cercato di aprire l'auto, ma di non aver aggredito l'ufficiale. Dietro il suo gesto, la paura di finire in tv. «Ero agitato - ha ammesso - Dopo tanti anni di astinenza, ho bevuto un bicchiere di birra. Gli assistenti sociali mi hanno detto che vogliono riportarmi in struttura. Ho visto le telecamere e me la sono presa con loro». 

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Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA