Giallo sulla morte di una donna di 38 anni, Alessia Fiorella, monteverdina. «Un tonfo impressionante», poi quel corpo schiantato ai piedi della scalinata nell’androne del palazzo dove abitava, in via Jenner. È stato un condomino, alle 12,10 di ieri mattina, a vedere per primo il cadavere: «Ho sentito quel rumore sordo, poi l’ho vista là a terra. È stato terribile», ha raccontato.
Ma che cosa è successo ad Alessia? Il corpo mostrava segni evidenti al capo, al bacino e agli arti inferiori, compatibili con una caduta da diversi metri d’altezza. Il pm di turno ha ritenuto di non inviare il medico legale sul posto ma di fare eseguire direttamente l’esame autoptico, il cui incarico verrà conferito nelle prossime ore. Gli agenti della Scientifica hanno sequestrato il telefonino della ragazza e hanno portato via anche un paio di scarpe, alcuni monili e una agenda, una sorta di diario, arancione. La sua abitazione non è stata posta sotto sequestro.
I DUBBI
Al vaglio di chi indaga anche i profili social utilizzati dalla 38enne, tra cui uno non riconducibile direttamente al suo nome in cui la foto di sfondo riportava la scritta “Disagio” con i caratteri della “Disney” e nel quale scriveva di essere in una «relazione complicata». Sono stati ascoltati i genitori della ragazza e gran parte dei condomini. C’è un fatto che porterebbe gli inquirenti a pensare che Alessia possa avere fatto tutto da sola: ovvero che la ragazza sia stata vista salire al sesto piano altre volte e poi tornare indietro, come colta da un ripensamento. Tuttavia, da quanto accertato, Alessia non era in cura presso il centro di igiene mentale della zona e anche chi la conosceva non crede possa essersi tolta la vita: «Non può averlo fatto», dice un’amica in lacrime arrivata per l’ultimo saluto. Alessia era una ragazza riservata, ma nel quartiere la conoscevano in tanti. «Veniva sempre a mezzogiorno o nel pomeriggio per prendere un orzo o un ginseng - racconta Tito, il barista di fronte - l’ultima volta che l’ho vista era mercoledì pomeriggio, oggi (ieri, ndr) no». La 38enne teneva molto al suo fisico che voleva sempre perfetto, non beveva nemmeno il caffè. «Andava sempre in palestra e almeno fino a prima del Covid - spiega una vicina di casa - lavorava come ragazza immagine nelle discoteche, non so se poi ha ripreso l’attività. Viveva da sola con i suoi due gatti». La polizia non tralascia, però, alcun aspetto. Soprattutto quello legato a un’azione violenta, magari dettata da una gelosia cieca e ossessiva di chi la voleva tutta per sé. Solo pochi giorni fa, era venerdì 13, Martina Scialdone, una avvocatessa di 34 anni, era stata uccisa in strada al culmine di una lite dal suo ex, Costantino Bonaiuti, in via Amelia al Tuscolano. Nel caso di Monteverde, però, tutte le circostanze sono ancora da chiarire con esattezza.