Roma, «Non uccidete i cinghiali»: scoppia la rissa tra residenti e animalisti al parco della Serpentara

Una trentina di persone si sono presentate al parco seguendo un gruppo di cacciatori che era arrivato in zona a seguito delle numerose segnalazioni dei residenti

Martedì 6 Dicembre 2022 di Camilla Mozzetti
Roma, «Non uccidete i cinghiali»: scoppia la rissa tra residenti e animalisti al parco della Serpentara

«Fai così con i mafiosi?» urla contro un agente del reparto mobile che lo ha appena accompagnato fuori dal parco. È fuori di sé uno degli animalisti che da diversi mesi a questa parte, violando regole e disposizioni regionali, dà la caccia a chi dà la caccia ai cinghiali. Gli ungulati che proliferano e si moltiplicano, che dormono e si accovacciano anche nella centralissima piazza Mazzini e che assalgono le persone, hanno da giorni reso impraticabile il parco della Serpentara ai residenti. «Sei uno schifoso, un pagliaccio buffone», continuava ad urlare l'ambientalista contro la polizia che è dovuta intervenire per sedare gli animi di una trentina di persone che proprio ieri mattina intorno alle 11 si sono presentate al parco seguendo un gruppo di cacciatori che era arrivato in zona a seguito delle numerose segnalazioni dei residenti.

Perché i cinghiali aumentano e non permettono di vivere il parco ma anche le aree limitrofe.

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I DISORDINI
Ne è nato un parapiglia, fortunatamente rientrato dopo pochi minuti, fra questi animalisti, le forze dell'ordine e i residenti. I primi impegnati ad offendere agenti e militari, i secondi impegnati a calmarli e i terzi desiderosi solamente di riappropriarsi di un pezzo di verde che si estende non lontano dai loro palazzi.
Coinvolti anche i cacciatori che da mesi stanno provvedendo alla cattura degli ungulati, su input della Regione e della Prefettura, per cercare di ridurre il numero di esemplari in circolazione rispondendo al piano di contenimento dopo l'espandersi della peste suina. Ieri alla Serpentara un militare dei carabinieri della forestale è stato aggredito, spintonato e portato al pronto soccorso, si è proceduto con la denuncia nei confronti di uno di questi animalisti per resistenza a pubblico ufficiale. «Urlavano di lasciarli liberi, di non ucciderli, ma noi qui siamo prigionieri», lamentava più di un residente. Canovaccio ormai noto, purtroppo, in molte altre zone della Capitale che affiancano parchi o riserve naturali. Ed anche ieri l'arrivo della squadra con cacciatori e veterinari dell'Asl affiancata da personale delle forze dell'ordine seguiva una precisa segnalazione dei cittadini. Nelle scorse settimane in più di un'occasione le stesse squadra sono state attaccate: per ogni gabbia che posizionavano dentro alle riserve, al fine di cattura gli ungulati, bastava che passassero poche ore che quelle gabbie venivano danneggiate o rese inutilizzati. Con danni economici importanti dal momento che i pezzi di ricambio per poter riutilizzare le recinzioni costano molto di più delle gabbie. E sabotarne tre o renderle comunque inutilizzabili non costa meno di 12 mila euro.

 


INDAGINI SU DONAZIONI
C'è poi dell'altro su cui da tempo si è concentrata l'attività dei militari dell'Arma perché questi animalisti capitanati quasi sempre da un giovane hanno anche iniziato a chiedere via social contributi (dunque denaro) ai cittadini per combattere insieme al loro la caccia ai cinghiali. Donazioni volontarie, da inviare su carte prepagate che - formalmente, stando agli annunci - servono a sostenere la battaglia per salvare questi animali dal macello. Senza considerare che gli stessi si sono resi protagonisti di più di un'aggressione a discapito dei passanti. Qualche giorno fa, i cinghiali sono tornati ad essere visti nelle strade centrali di Roma: un ungulato è stato avvistato a pochi metri dalla fontana di piazza Mazzini.

Ultimo aggiornamento: 14:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA