Scuola, una guida dei presidi ai professori: dal linguaggio alle chat private, ecco come comportarsi

I dirigenti preparano un vademecum con un "codice deontologico" da seguire

Martedì 1 Novembre 2022 di Camilla Mozzetti
Scuola, una guida dei presidi ai professori: dal linguaggio alle chat private, ecco come comportarsi

C'è molto da costruire ancora nella scuola, a partire dai quei comportamenti che, se da un lato dovrebbero essere l'abitudine a volte, invece, diventano l'eccezione. Ed è per questo, anche a fronte di quanto accaduto pochi giorni fa al liceo Plinio, che l'Associazione nazionale presidi è già a lavoro per la realizzazione di un codice deontologico ad hoc dedicato agli insegnanti, che arriverà entro la fine del primo quadrimestre. Dai comportamenti da tenere in classe con gli alunni, all'uso delle chat whatsApp fino ai modi con cui rivolgersi ai colleghi, alle famiglie e ai ragazzi. «Per fare l'insegnante non basta conoscere la materia che si spiega in classe - dice Mario Rusconi, capo dell'AssoPresidi di Roma - in molti Paesi internazionali esistono dei codici deontologici solo per i professori».

In Italia? «Ci sono dei regolamenti che riguardano i dipendenti pubblici - prosegue Rusconi - ma che naturalmente sono generici se trasportati poi nel mondo scolastico». Ecco dunque la proposta a cui l'Associazione sta lavorando, una sorta di vademecum per segnare la strada di come si deve stare in classe. Un codice di comportamento «che non è un mansionario ma contiene indicazioni prospettiche di tipo professionale - aggiunge il capo dei presidi romano - utili agli insegnanti per affrontare anche una serie di problematiche che nel corso degli ultimi anni si sono sviluppate, a partire dal bullismo».

I PUNTI

Quindi ecco cosa conterrà il codice deontologico: «L'etica verso la professione. Se in una classe ci sono studenti con un abbigliamento poco consono - spiega Rusconi - il professore non deve scendere in aggressioni verbali, ma deve segnalare il caso al preside e alla famiglia per evitare quanto accaduto al liceo Plinio e quanto accadde anche al liceo Righi. Si dovrà anche evitare qualsiasi forma di discriminazione per sesso, credo religioso o altro. No poi alla propaganda politica, ai fanatismi». E sull'uso delle chat di classe la parola d'ordine dovrà essere morigeratezza. «Non sono degli sfogatoi, servono eventualmente e solo per dare comunicazioni concernenti l'attività didattica ed anche tra i colleghi è doveroso prestare attenzione al rispetto del lavoro altrui».

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I professori dovrebbero poi astenersi dal giudicare, criticare o fare annotazioni «sul fisico, sulle idee, sugli atteggiamenti dei ragazzi - aggiunge ancora Rusconi - fermo restando che di fronte a comportanti sbagliati, contrari, deve partire una segnalazione». Ma un conto è segnalare appunto, un conto è schernire o molestare verbalmente uno studente di fronte ai suoi compagni. L'obiettivo di un codice di comportamento secondo l'Associazione nazione presidi si è reso necessario «Per ricostruire nella pubblica opinione - conclude il capo dei presidi di Roma - la figura del docente come punto di riferimento educativo e anche umano degli studenti perché non è per tutti intraprendere questa professione, tantissimi, la maggior parte dei docenti, sanno come stare a scuola e come educare ed insegnare ma è necessario ribadire anche come comportarsi, alla stregua di esempi internazionali dove i codici deontologici per gli insegnanti non sono tabù ma consuetudini e poi servirebbero anche delle vere prove psicoattitudinali per tutti coloro che intraprendono questa professione».

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