Prezzi, dove conviene fare la spesa a Roma? Le famiglie: «Che fatica tra gli scaffali scovare l'ultima offerta»

I discount stanno sviluppando una doppia produzione con linee ancora più low cost

Giovedì 11 Maggio 2023 di Giampiero Valenza
Prezzi, dove conviene fare la spesa a Roma? Le famiglie: «Che fatica tra gli scaffali scovare l'ultima offerta»

Gli scaffali dei supermercati sono le trincee dove si combatte la nuova battaglia del grano. Dimenticatevi pure il terreno che andava dato ai contadini e che doveva essere strappato alle paludi. Oggi il conflitto si vive tutto nella filiera di produzione. Obiettivo: portarsi a casa un pacco di pasta. Supermercato o mercato rionale, poco importa: per un chilo di spaghetti ci sono cifre mai viste. Secondo i consumatori del Codacons c’è «una distorsione» del sistema con i prezzi aumentati più dell’inflazione. Ma come si stanno difendendo le famiglie costrette a tagliare la spesa? Basta farsi un giro in un qualsiasi supermercato per accorgersi che l’elmetto per combattere è un paio di occhiali ben messi e il giubbotto antiproiettili ha la forma della calcolatrice (ovviamente, oggi, scaricata sul cellulare).

LE PROMOZIONI
A Roma si vedono sempre più spesso persone che passano tempo tra gli scaffali per comparare le diverse offerte. «Qui la selezione diventa lunga e complessa: ormai mi sono abituata a leggere i prezzi al chilo, un’abitudine che prima non avevo - racconta Alba, 73 anni, fermata mentre fa la spesa in uno dei supermercati del centro - Mediamente spendo almeno un quarto d’ora in più prima di arrivare alle casse proprio per controllare i prezzi e rifare i conti».

A Roma le armi convenzionali di questa battaglia sono i volantini. I Conad propongono la campagna «Un mese in Lazio», con la foto di una gricia in bella vista. Qui le fettuccine e i tagliolini all’uovo sono a 3,50 euro al chilo. Lo stesso supermercato lancia la promozione Bis: due confezioni di orecchiette integrali si possono mettere nella busta della spesa a 3,58 al chilo. Al Decò i paccheri sono a 2,20. Al Todis la pasta all’uovo è in offerta (con la formula prendi due e paghi tre) a 3,20 al chilo. Il Tigre propone invece due prodotti in offerta: rigatoni a lenta lavorazione a 1,70 e fusilli integrali a 2,10.

Il tema non è però solo romano, ma nazionale. «L’inflazione aumenta, sono evidenti le speculazioni lungo la filiera alimentare. Tutto questo sta portando a una grave riduzione dell’acquisto dei prodotti alimentari del 9% e della pasta del 17%», dice Anna Rea, presidente dell’Aduc fotografando anche le condizioni su Roma. I rincari non toccano solo la pasta. Per Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, «tra i prodotti con il più forte calo dei consumi ci sono anche carni fresche, uova e salumi, prosciutto crudo, arance, patate surgelate, melanzane, lattuga, pesce fresco, olio d’oliva e di semi e alcolici».

NUOVE PROPOSTE
Oggi anche i discount stanno cambiando le loro offerte per cercare di rispondere alle necessità dei consumatori di far quadrare i conti di casa. E stanno sviluppando una doppia produzione a marchio low cost. In sostanza, chi vuole risparmiare senza star troppo a badare alle offerte dei volantini, può contare su due prodotti diversi che di solito portano il nome della stessa catena (e, magari, fatti da pastifici blasonati e di qualità). Sono le qualità “standard” e “premium”. L’attenzione degli italiani sta andando verso questi secondi: spesso sono orecchiette, trofie, scialatielli, tonnarelli, prodotti della tavola tradizionale della penisola che hanno il bollino della catena low cost. «Abbiamo avuto un aumento di circa il 20% dei prodotti a marchio di qualità premium», spiega Pasquale Nicastro, direttore acquisti di Penny Italia, uno dei marchi della grande distribuzione organizzata. «I consumatori cercano di risparmiare - dice - ma c’è anche chi ha attenzione al prezzo e, allo stesso tempo, vuole un prodotto di qualità superiore».

LA PRODUZIONE LOCALE
Questa nuova battaglia del grano si combatte anche con le produzioni locali. Nel Lazio sono oltre 45 mila gli ettari di terreno coltivati a frumento duro, più di 18 mila solo a Roma (4.100 le imprese coinvolte). Sono invece più di 16 mila gli ettari utilizzati per la coltivazione del frumento tenero, 5 mila solo a Roma. Ed è proprio qui che il mercato sta crescendo a vista d’occhio. «Gli agricoltori stanno incrementando le coltivazioni - spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - e sono pronti a continuare a farlo, per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero. Questo aiuterebbe naturalmente a calmierare anche il caro prezzi».

giampiero.valenza@ilmessaggero.it

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA