Roma, maestro di salsa a giudizio: abusi su una dodicenne. Trovati sms nel cellulare della bambina

L'imputato ha 50 anni, era amico della madre della vittima

Giovedì 30 Novembre 2023 di Giulio Pinco Caracciolo
Maestro di salsa a giudizio: abusi su una dodicenne. Trovati sms nel cellulare della bambina

Proposte esplicite e scabrose, inviti agghiaccianti, vere e proprie molestie fatte in danno di una ragazzina. M.A., un cinquantenne romano maestro di salsa, è finito a processo con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una dodicenne, figlia di una sua amica e collega. I fatti risalgono al 2017 e al 2018. L'imputato e la madre della vittima instaurano un rapporto di fiducia reciproca. Lui spesso va a trovare la bambina e le due sorelle a casa, anche in assenza della mamma, si offre di badare a loro. Ed è proprio in questo contesto che mette in atto una serie di molestie e atteggiamenti nei confronti della più piccola delle tre, psicologicamente più fragile. «Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere», ha detto ieri la mamma fuori dall'aula. Lei, che si è sempre fidata di quell'uomo, ha ripercorso con la mente le numerose volte in cui l'imputato, nel corso degli anni, si è offerto di badare alle figlie.

L'ESTATE

Come un'estate di qualche anno fa. Il caldo è torrido e la donna compra una piccola piscina gonfiabile per dare un po' di refrigerio alle bambine. A casa non hanno un terrazzo dove collocarla e così prontamente l'imputato si offre di metterla sul balcone del suo appartamento. Sembra un uomo gentile e premuroso, che si fa in quattro per aiutare. Ma in quella casa, si scoprirà in seguito, non c'è solo la piscina. Agli atti dell'inchiesta e del processo ci sono scambi di messaggi tra l'imputato e la giovanissima vittima, dove lui sembra parlare di giochi, ma finisce per fare proposte indecenti alla ragazzina.

IL RACCONTO

In aula la madre della vittima non si trattiene e scoppia in un pianto incontrollabile mentre sul banco dei testimoni c'è l'ex marito, padre delle bambine. «Io non ho mai controllato il telefono di mia figlia racconta l'uomo esortato dalle domande dagli avvocati delle parti civili, Cristina Cerrato, e dell'accusa, Renato Raineri un giorno è stata lei a raccontarmi quello che le era stato fatto da quell'uomo. Si vergognava, era silenziosa e triste». Dopo quella cena con il padre la famiglia sporge denuncia e dalla carte emergono altri dettagli raccapriccianti.

LE VIOLENZE

Il culmine delle violenze si raggiunge la sera del 7 gennaio 2018 quando, da solo a casa con le bambine e la babysitter, l'uomo si intrufola nel letto della più piccola. «Mia figlia mi ha raccontato che quella notte lui l'ha molestata racconta ancora il padre, indicando l'imputato presente in aula Lei lo ha respinto tirandogli calci e facendolo cadere dal letto a castello». La babysitter chiama la madre per avvertirla che quell'uomo a tarda notte non vuole andare via di casa, anche se il giorno dopo le bambine devono andare a scuola. Le donne, ignare di quello che sta accadendo, esortano l'uomo a uscire immediatamente e riescono nel loro intento soltanto dopo numerose richieste.

I FILMATI

Qualche mese prima, durante l'estate del 2017, l'imputato - è la ricostruzione dell'accusa - mette all'improvviso lo smartphone sotto il naso della bimba mentre nessuno può vederli.
Lei guarda incuriosita, credendo forse si tratti di cartoni animati, invece sono video pornografici crudi e violenti. «L'abbiamo portata da uno psicologo per cercare di aiutarla ad uscire da quella situazione conclude il padre nella deposizione e poi controllandole le braccia ci siamo accorti che aveva iniziato ad autolesionarsi». Tanti piccoli tagli, uno dopo l'altro, frutto del malessere interiore racchiuso dentro una bambina.

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