Roma, ladri di ricci dal sud: saccheggiato il litorale. L’ultimo sequestro di 13mila esemplari

Dalle regioni meridionali sub in trasferta per la cattura illegale dei preziosi molluschi

Domenica 19 Febbraio 2023 di Giampiero Valenza
Roma, ladri di ricci dal sud: saccheggiato il litorale. L’ultimo sequestro di 13mila esemplari

Il business vale migliaia di euro ogni viaggio, ed è frutto di un tesoro nascosto proprio sotto il mare del Lazio.

Partono principalmente dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Puglia. E arrivano a Civitavecchia, Santa Marinella, Ostia, Anzio, Tarquinia, per un turismo tutto illegale, basato sulla pesca di frodo dei ricci di mare. L’ultimo episodio è avvenuto giusto qualche giorno fa davanti alle acque di Civitavecchia, con sette pescatori sorpresi dalla guardia di finanza con un bottino di 13 mila esemplari.

Troppi: un numero superiore a quello consentito dalla legge. Per il business del mercato nero fare avanti e indietro vale la pena quando almeno se ne portano a casa circa 10 mila. In pratica, un intero tratto di mare delle coste laziali viene razziato. E i conti dei pescatori illegali sono presto fatti proprio quando fanno il viaggio di ritorno: la rivendita nel mercato nero è di circa un euro a esemplare. Quindi, una battuta di pesca tra viaggio, alloggio e poi fuga verso Sud può valere un affare che può superare i 10 mila euro. E più si risparmia tra vitto, alloggio e trasporto e più si rimane sotto traccia, più i guadagni sono alti. Contrastare tutto questo si traduce in un duro compito per le forze dell’ordine e si aggiunge alle tante violazioni che avvengono anche con l’esercizio della pesca sottocosta con distanze o modalità non consentite, come quelle scoperte spesso anche sul litorale di Anzio.

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Quando i finanzieri e la guardia costiera pizzicano i pescatori di frodo in trasferta (capita anche di sorprenderli in auto mentre imboccano l’autostrada Roma-Fiumicino), scovano tesori chiusi in grandi contenitori di plastica. Migliaia di ricci ancora vivi che i criminali avrebbero voluto consegnare qualche ora dopo al grossista o al ristoratore un po’ smaliziato senza alcuna tracciabilità alimentare, come invece la regola impone per tutelare la salubrità dei cibi. Mai, quando si trovano quantità così ingenti, ci si trova davanti a pescatori che, invece, li prendono per un uso casalingo. E, quando vengono aperti i bagagliai delle auto con questi bottini, fioccano i sequestri: gli animali vengono subito rimessi in acqua per dar loro una nuova speranza di vita. Il mare mai in burrasca in questi giorni ha creato per i pescatori di frodo un luogo particolarmente adatto per scendere in acqua durante la notte. Vengono presi di mira i fondali con rocce e scoglio dove i ricci proliferano. 

VITA COMPROMESSA

La pesca di questi animali compromette la loro stessa sopravvivenza: per arrivare a una grandezza tale da permetterne la commercializzazione (quindi, di circa 7 centimetri), devono crescere per almeno quattro anni. La loro raccolta è totalmente vietata nei mesi di maggio e giugno (per permetterne la riproduzione) e può essere fatta solo a mano e in apnea. Infatti, quando i blitz delle forze dell’ordine scoprono i pescatori di frodo, nei bagagliai delle auto trovano pinne, maschere, boccagli, bombole d’ossigeno. La domanda molto alta ne sta riducendo profondamente il numero. I riflettori sono puntati nel Lazio anche perché la regione Sardegna, con un’ordinanza, ha vietato la pesca dei ricci di mare fino al 2024. I pescatori professionali ne possono catturare più di mille durante le loro battute, quelli sportivi, invece, non possono portarne via più di cinquanta. 

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