L'allenatore pedofilo, il club sotto inchiesta per i mancati controlli

Venerdì 10 Febbraio 2023 di Camilla Mozzetti
Paolo Traino, l'allenatore di 55 anni arrestato per abusi su minori

IL CASO
ROMA Si doveva controllare, verificare se quell'allenatore avesse i requisiti, non soltanto tecnici, per stare a contatto con dei minori. Lo sancisce la legge e, a meno che questa non sia carta straccia, dovrebbe essere rispettata. Perché se è vero che la responsabilità penale è sempre personale, chi sa e non parla, chi ipotizza e non accerta né fa nulla per dipanare dei dubbi voltandosi invece dall'altra parte, quantomeno potrebbe essere ritenuto complice. Ed è per questo che la Federazione italiana pallacanestro ha aperto un'inchiesta interna per chiarire la posizione della società di basket capitolina "Stella Azzurra" e il suo operato di verifica nei confronti dell'allenatore Paolo Traino, 55enne, arrestato con l'accusa di molestie sessuali compiute almeno su un ragazzino di 13 anni nel 2020 quando ricopriva il ruolo di "coach" nella giovanile della società. L'uomo al termine di una lunga indagine è stato arrestato dagli agenti di polizia della IV sezione della Squadra Mobile di Roma, stava rientrando in Italia da un viaggio in un paese asiatico. Non ha opposto resistenza ma ieri, nell'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Tutto ha una spiegazione - avrebbe detto l'uomo - quando mi sentirò meglio riuscirò a parlare». Intanto però la Fip pretende chiarezza e per la legge e per l'etica che pure lo sport pretende: «È una situazione gravissima - commenta il presidente Gianni Petrucci - la Federazione ha aperto un'inchiesta interna». Da valutare i comportamenti della società nell'incarico affidato a Traino.
IL PRECEDENTE
L'uomo già nel 2018 era stato condannato dal gup di Perugia (in rito abbreviato) a due anni per molestie e abusi su minori. All'imputato era stato impedito di svolgere lavori che prevedessero contatti con i minori. Prima ancora della condanna nel 2015 Traino si dimise dalla società perugina "Basket academy" (che pure contribuì a realizzare unendo tante piccole società di zona) ma un anno dopo trovò un nuovo impiego nella "Stella Azzurra". La condanna è divenuta definitiva lo scorso dicembre ma il 55enne, nel mentre, ha continuato ad allenare. E in base alla legge chiunque «intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori» deve richiedere, prima dell'assunzione, il certificato del casellario giudiziale della persona in questione. Ovvero deve controllare la sua fedina penale. Questo controllo non è dovuto in caso di assenza di contratto ma Traino era un collaboratore regolare con l'ultimo contratto scaduto il 30 giugno 2022, al termine della fine della precedente stagione sportiva. E dunque le verifiche sulla sua posizione sono state svolte? La Federazione intende andare a fondo della vicenda. La "Stella Azzurra" prima dell'arresto del coach stava valutando se rinnovare o meno la collaborazione, di certo lo scorso agosto e dunque fuori contratto, l'allenatore ha preso parte al camp estivo a Montalto di Castro. Giusto qualche lezioni, nulla di più, precisano dalla società che comunque in una nota ufficiale ha fatto sapere di condannare «con fermezza ogni tipo di abuso e violenza» e di restare «in attesa delle decisioni che verranno prese dalla magistratura inquirente» sostenendo «qualsiasi azione a tutela dei propri tesserati e della propria immagine».
PIÙ DI UNA VITTIMA
La vicenda di Traino secondo l'inchiesta a suo carico sarebbe molto articolata. Due collaboratori della società di basket nel 2020 segnalarono dei comportamenti non opportuni che, stando all'indagine della Mobile, si sarebbero consumati dentro alla foresteria dove risiedeva sia l'allenatore che molti ragazzi fuori sede. Con la scusa di massaggi o analisi sulle tecniche di gioco ne avrebbe irretito almeno uno ma l'ipotesi è che le vittime siano molte di più. All'interno dell'ambiente il 55enne era "chiacchierato" ma le voci, si sa, non fanno mai delle prove. Di certo molti allenatori e anche ex colleghi avevano saputo cosa gli fosse capitato a Perugia. «Si diceva che avesse avuto dei problemi con alcuni giovani giocatori - confida un ex collega - ma diceva che era una situazione che si sarebbe risolta». Ieri è rimasto in silenzio e chissà quanti altri in questi anni non hanno parlato.
Camilla Mozzetti
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Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA