Azzerare un rischio è impossibile, ma la conoscenza dei fattori che lo amplificano è fondamentale per ridurlo il più possibile. L’Italia a livello geologico è tra le zone più delicate, e complesse, dell’intera Europa. Il Lazio non ne è da meno, come segnala ogni anno la Protezione civile: quattro vulcani quiescienti, l’Appennino che passa nel mezzo, fiumi come il Tevere, il Liri e l’Aniene. E tutto questo si intreccia con l’impatto dell’uomo. E così i fiumi hanno difficoltà a straripare in caso di piena senza far danni alle case, i monti ormai nudi di alberi hanno un terreno più fragile e tutto cade giù. Senza contare, poi, i terremoti: il sisma che ha colpito Amatrice nel 2016 ne è un esempio.
LE FRANE
A Nord i Monti della Tolfa, a Sud Cassino e Sora. E poi i Castelli Romani e nella Capitale la collina di Monte Mario, Monteverde e Balduina sono le zone tra quelle più a rischio di frane. Il terreno reso più fragile dai cambiamenti del clima e dall’impatto dell’uomo prestano il fianco al rischio dei crolli.
I SINKHOLE
Dalla superficie si vedono buche che diventano voragini. Gli esperti li chiamano sinkhole, che possono nascere sia naturalmente sia (come più spesso a Roma), per mano dell’uomo. Di questi è stato l’Ispra a farne un censimento. «Le zone più colpite sono quelle di Casilina, Tuscolana, Nomentana e Prenestina. Nascono sia per vecchie cave sia per antichi ipogei», spiega Giancarlo Ciotoli, studioso dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr che ha contribuito al lavoro.
UN TERRITORIO VIVO
Dalla superficie è difficile vedere (e analizzare) un sottosuolo particolarmente variegato: nel Lazio ci sono quattro vulcani quiescenti (quelli degli apparati Vulsini e il Sabatino, il Laziale, quello Cimino), oltre al piccolo distretto vulcanico della Media Valle Latina, che hanno portato a rocce particolari come il tufo. L’acqua minerale e il terreno particolarmente fertile sono due degli effetti positivi derivati dai vulcani. Ma ci sono anche due note negative da considerare: l’emissione di radon (un gas radiattivo che naturalmente si forma nelle rocce e che, se respirato a lungo, può essere causa di tumori) e le emissioni di anidride carbonica e monossido di carbonio: dal sottosuolo possono causare morie di bestiame.