Cieca per l'Inps faceva jogging al parco, a processo per truffa: ha percepito la pensione di invalidità per cinque anni

Alla donna romana di 76 anni, nel 2018, era anche stata rinnovata la patente di guida

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Erika Chilelli
Cieca per l'Inps faceva jogging al parco, a processo per truffa: ha percepito la pensione di invalidità per cinque anni

Lunghe corse al parco o camminate a passo veloce. L'auto la utilizzava soltanto per i percorsi più lunghi, del resto aveva avuto il rinnovo della patente. Così trascorrevano le giornate di Paola C. 76 anni. Eppure, la donna per l'Inps era affetta da cecità totale. È finita a processo per truffa: da novembre 2009 a marzo 2014 ha percepito la pensione di invalidità e un'indennità di accompagno.

Un raggiro che le ha fatto ottenere 75mila e 679 euro.

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LA DIAGNOSI
Per l'Istituto di previdenza, Paola C. era affetta da una patologia degenerativa evolutiva che le aveva causato una cecità totale: la distrofia maculare di Stangard. Una condizione di salute documentata nel 2008 dal Policlinico Tor Vergata in seguito ad una visita oculistica a cui la donna si era sottoposta per via di alcuni casi già presenti all'interno del suo nucleo familiare. In seguito all'accertamento clinico e alla presentazione dei documenti richiesti, l'Inps le aveva riconosciuto il diritto a una pensione di invalidità e un'indennità di accompagno. Così, la donna, per cinque anni ha percepito una somma di 1260 euro al mese. Nel novembre 2014, però, i carabinieri della Stazione di Città Giardino, in un'operazione di controllo, hanno scoperto il presunto raggiro e segnalato il nominativo della 76enne alle autorità competenti. Paola, infatti, era stata vista mentre passeggiava e compiva attività di routine senza alcuna assistenza. La donna, non solo era in grado di uscire di casa, ma faceva jogging. Ulteriori accertamenti dei militari dell'Arma hanno aggravato la sua posizione: era titolare di una patente di guida rinnovata, fino al 2018, in seguito ad una visita effettuata il 30 settembre del 2008.


LE VERIFICHE
La segnalazione effettuata dai carabinieri ha convinto l'Ente di previdenza ad eseguire un accertamento sanitario. A marzo del 2014, in seguito ad una visita dell'Asl, le condizioni cliniche della donna non sono state confermate e una commissione dell'ente di previdenza le ha comunicato che non sussistevano i presupposti per continuare a percepire il sussidio. Una decisione alla quale la 76enne si è opposta chiedendo un accertamento tecnico al Tribunale del Lavoro.


L'ACCUSA
La donna, che è stata denunciata dall'Inps, è ora a processo con l'accusa di truffa. Tuttavia, da controlli eseguiti negli ultimi anni è emerso che non sarebbe del tutto priva di minorazioni visive, ma gravemente ipovedente. Una condizione da non ricondurre alla malattia di Stangard, che le era stata erroneamente diagnosticata nel 2008, in seguito ad un controllo del campo visivo attraverso un elettroretinogramma e i test del conta dita e del movimento della mano. Secondo il perito tecnico dell'accusa, intervenuto in aula, gli esiti del controllo potrebbero essere stati condizionati dall'atteggiamento volontariamente assunto dalla donna: «Si tratta di un esito influenzabile poiché si basa su una valutazione soggettiva ha sottolineato il perito oculista che ha lavorato con l'Inps per diversi anni - la malattia di Stangard non consente libertà di movimento in posti che non conosciuti, ma solo in ambienti ristretti e senza ostacoli, dove ci si orienta attraverso le ombre. La signora, invece, è un'ipovedente grave che ha la capacità di potersi muovere perché ha la visione di ombre, linee ed immagini, ma con una perdita di dettagli». Dal 2015, Paola C., percepisce, in seguito alla rivalutazione del quadro clinico, una pensione di invalidità civile dell'80%. L'Inps parte civile nel processo ha chiesto la restituzione dell'intera somma elargita nel corso dei cinque anni, ma la donna ha pagato una sola rata.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 12:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA