Nella palestra del liceo Terenzio Mamiani i ragazzi accendono i riflettori sul 41 bis, il carcere duro. E lo fanno con due ospiti d'eccezione: da una parte la penalista Ludovica Formoso, legale dell'anarchico Alfredo Cospito, che vive questo regime di detenzione e che da quattro mesi è in sciopero della fame. Dall'altra uno degli esempi della lotta alla malavita organizzata, che invece è un forte sostenitore proprio del 41 bis e che per la sua attività antimafia a Palermo aveva ricevuto più volte le minacce del crimine, il giornalista Lirio Abbate.
Lui è l'unico a presentarsi sotto scorta in un liceo praticamente blindato.
L'appuntamento, ha spiegato la dirigente della scuola, Tiziana Sallusti, aveva come obiettivo quello di aprire un confronto tra attualità, giustizia, libertà, lotta alla mafia. “Facciamo spesso incontri del genere su temi che prevedono comunque anche la presenza della controparte – dice – è capitato, per esempio, con il confronto fatto sugli stupefacenti, con la presenza del senatore Carlo Giovanardi e con Riccardo Magi di +Europa”.
La preside, all'ingresso, si è accertata che tutto funzionasse secondo quanto pattuito con i giovani. I ragazzi hanno preso le presenze di tutti. Poco meno di duecento persone hanno affollato lo spazio che solitamente viene dedicato alle attività sportive. A distanza, si riuscivano a sentire gli applausi. “Sono andati sia a una parte sia all'altra – sottolineano alcuni ragazzi – Abbiamo fatto domande per farci un'idea del significato del 41 bis in Italia anche alla luce del caso Cospito”. E se da una parte il collettivo dell'istituto è uscito entusiasta dall'incontro, dall'altra c'è chi ha nicchiato. Specie i ragazzi più piccoli, del ginnasio, hanno un po' preso le distanze. “Sembra una cosa solo per i più grandi – commenta una ragazza del classico – Io ho paura di ritorsioni e voglio dire poco, ma la lotta al crimine si può fare solo con il 41 bis”.
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