«Se qualche debitore non poteva pagare lui faceva un casino, anche solo per 50 euro.
LA MALATTIA
La violenza esplodeva anche davanti a situazioni difficili, persino quando dall’altra parte c’erano persone gravemente malate. «Non aveva cuore», ha detto la donna, raccontando di un uomo malato di cancro che non riusciva più a saldare il suo debito e a cui Ferruccio Casamonica avebbe sottratto la macchina. Un modus operandi spiegato nel dettaglio dalla Candit, che seguiva il consorte nei suoi “affari” e conosceva tutti i suoi segreti. Contattava i debitori il giorno prima, o lo faceva fare a lei, poi partiva con le minacce se qualcuno diceva di non poter pagare: «C’erano persone che avevano una certa età, io gli chiedevo di dare loro tempo, ma lui non mi ascoltava», ha aggiunto la donna. Interessi altissimi, quelli chiesti da Ferruccio ai debitori: «Se erano in ritardo dovevano portare di più, aumentava l’interesse. In diverse occasioni i debitori si lamentavano di aver restituito più del triplo di quello che avevano preso in prestito, ma Ferruccio non si accontentava mai, voleva sempre di più».
L’ELENCO
Al momento degli arresti, a casa di Piero Iannini, fedelissimo del capo clan, erano state trovate le fotocopie di un’agenda, «era scritta da me, con le scadenze delle rate che i debitori dovevano pagare, il luogo in cui andavamo a ritirarle e i numeri di telefono», ha spiegato Candit al pm Edoardo De Santis. Iannini sarebbe stato incaricato da Ferruccio di istruire le vittime su cosa dire nel caso in cui fossero state contattate dagli agenti: «Dovevano dire che erano suoi amici». Altra preoccupazione del capo clan, su cui ha fatto luce l’ex moglie, era quella di nascondere i soldi, perché non lavorava e non poteva giustificare quel possesso contanti: guadagnava circa 20mila euro al mese. «La parte che riguarda il provento dell’usura veniva consegnata a Christian (il figlio), quando a Ferruccio servivano i soldi glieli chiedeva. Li teneva nascosti nella villa che avevano comprato, mi aveva raccontato Ferruccio, e poi nel garage». A portare i soldi al figlio erano «Ferruccio o Piero, una volta al mese, se erano tanti anche due volte al mese. Io non li portavo, non parlavo con Cristian. Mettevo i soldi dentro un tovagliolo di carta e lo fermavo con lo scotch». Non solo a casa del figlio: «Una volta ha nascosto i soldi dietro al battiscopa. Un’altra volta ha nascosto più di 300mila euro a casa di sua nipote. Oppure, quando abitavamo a Tor Bella Monaca, nella parte inferiore del divano».