Spesa al supermarket o al mercato? A Natale pranzo a casa o a ristorante? E poi a Capodanno? Se non sarà necessario ricorrere alla calcolatrice, più di un romano a mente o appuntando tutto su un foglio di carta farà di conto in vista delle prossime festività natalizie. Dove trascorrere quei momenti di socialità e di ritrovo con amici e parenti? È questione di scelte e stavolta saranno inevitabili. Così, in previsione di ciò che riserveranno le feste, le associazioni dei pubblici esercizi tracciano uno scenario che sarà scandito dal risparmio e dall'attenzione. Un romano su due (dunque il 50%) declinerà almeno un appuntamento: si resta a casa o a Natale o a Capodanno e nella scelta dei locali, vinceranno quelli con delle caratteristiche chiare. Ovvero qualità e centralità. «Già la Confcommercio ha stimato una contrazione sugli acquisti di Natale per i regali - commenta Sergio Paolantoni, a capo della Fipe - e inevitabilmente questo si ripercuoterà anche sui pubblici esercizi ma anche su cosa comprare per i veglioni e le feste, su dove trascorrerle. Del resto i rincari sulle materie prime hanno fatto aumentare i prezzi sia per i consumatori che per i titolari dei locali». È una catena difficile da spezzare: quale che sia l'anello i rincari non risparmiano nessuno.
LE SCELTE
Le associazioni fanno qualche esempio: solo i panettoni, sia industriali che artigianali, «Sono aumentati del 30 e del 40 percento e questo sia per le materie prime che servono ma anche per i costi energetici legati alla loro cottura - prosegue Paolantoni - che si acquisti per consumare a casa o si spenda per pranzare o cenare fuori, sarà tutto un po' più caro».