Aerei caduti Guidonia, dall'errore al guasto tecnico: le ipotesi dietro il disastro. Ma le scatole nere non ci sono

Oggi le autopsie per capire se lo schianto possa essere stato causato da un malore

Mercoledì 8 Marzo 2023 di Valentina Errante
Aerei caduti Guidonia, dall'errore al guasto tecnico: le ipotesi dietro il diastro. Ma le scatole nere non ci sono

Un errore umano, forse dovuto al malore di uno dei due piloti. Potrebbe essere stata questa la causa del drammatico incidente di Guidonia, costato ieri la vita al tenente colonnello, istruttore di volo, Giuseppe Cipriano, e al maggiore Marco Meneghello, a quattro minuti dalla fine di un addestramento con i velivoli U-208 del 60° stormo dell’Aeronautica militare.

Anche se è prematuro stabilirlo prima dell’autopsia che sarà eseguita oggi e potrà dare le prime risposte sulle cause dell’incidente.

Nel fascicolo aperto dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto, si ipotizza il reato di disastro aereo colposo e, al momento, non si esclude però il guasto tecnico. Menditto affiderà una perizia tecnica proprio per verificare lo stato degli aerei. I velivoli a elica quattro posti, che non hanno in dotazione né la scatola nera né i paracadute e vengono utilizzati per gli addestramenti, sono stati prodotti negli anni Sessanta. 
Fino a sera, ieri, gli uomini della polizia scientifica hanno continuato a fare i rilievi insieme a un team di specialisti dell’Aeronautica.

PROCURA MILITARE
Anche la procura militare ha aperto un’inchiesta, nella quale non sono stati ipotizzati reati. Mentre l’Aeronautica ha avviato un’indagine interna per ricostruire la dinamica del gravissimo incidente. Gli accertamenti standardizzati dell’Ispettorato per la sicurezza del volo prevedono la compilazione di una serie di schede con diversi quesiti e al momento non viene fatta alcuna ipotesi.

VELIVOLI VECCHI
La perizia della procura di Tivoli dovrà accertare l’ipotesi che uno dei due aerei non abbia avuto un guasto. La documentazione sulle revisioni periodiche eseguite dall’Aeronautica sarà acquisita nelle prossime ore. 
Sviluppato dall’aereo civile leggero quadriposto S.205, il Siai Marchetti S.208, protagonista dello scontro di ieri a Guidonia, è un velivolo monomotore ad ala bassa, con motorizzazione maggiorata e strumentazione di bordo modificata per l’Aeronautica Militare. Il primo esemplare prodotto dall’azienda aeronautica italiana Siai-Marchetti, un S.205-18F, è decollato nel febbraio del ‘66 e le consegne sono iniziate l’anno seguente. La produzione è cessata nel ‘75, ma dal ‘77 all’80 vennero prodotti altri 40 esemplari di S.205-20R per soddisfare un ordine emesso dall’Aero Club d’Italia. 

Nell’ambito di un programma di rinnovamento del suo parco velivoli leggeri, nel ‘67 l’Aeronautica decise di valutare l’opportunità di dotarsi dell’S.205 per impiegarlo come aereo da traino alianti, da assegnare alla sezione di Volo a Vela basata presso l’Aeroporto di Guidonia. E vengono impiegati per l’addestramento dei piloti. A partire dalla primavera del ‘68, venne poi prodotto in serie con la denominazione di S.208 M (nomenclatura aeronautica U-208A). 

LA COLLISIONE
La collisione nei cieli di Guidonia è avvenuta dopo che i quattro aerei avevano volato a circa tre metri di distanza l’uno dall’altro. I velivoli 3 e 4, pilotati da Cipriano e Meneghello, si sono staccati per cominciare l’avvicinamento alla pista dell’aeroporto militare. A circa 1500 piedi di altezza, (ovvero 500 metri), mentre sorvolavano uno spiazzo erboso vicino all’aeroporto, è avvenuta la collisione.
Uno dei velivoli ha perso un’ala ed è precipitato sul terreno, mentre l’altro, pilotato da Meneghello, ha deviato verso il centro abitato di Colle Fiorito. Ma era ormai fuori controllo.

 

Ultimo aggiornamento: 16:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA