Roma, i Fedayn e l'agguato degli ultras della Stella Rossa: «Sono andati a colpo sicuro, una spia ha aiutato i serbi»

A cercare di fare chiarezza sull'agguato teso ai Fedayn della Roma dagli ultras della Stella Rossa è un tifoso che frequenta la Sud da molti anni ma che vuole rimanere anonimo

Martedì 7 Febbraio 2023 di Redazione cronaca
Roma, i Fedayn e l'agguato degli ultras della Stella Rossa: «Sono andati a colpo sicuro, una spia ha aiutato i serbi»

«Sono andati a colpo sicuro. Erano preparati». A cercare di fare chiarezza sull'agguato teso ai Fedayn della Roma dagli ultras della Stella Rossa è un tifoso che frequenta la Sud da molti anni ma che vuole rimanere anonimo. Uno che di storia del tifo giallorosso ne sa parecchio. «Qualcuno ha fatto la spia. Ai serbi sono arrivate indicazioni precise su come e quando agire. Sapevano benissimo quello che fanno i Fedayn dopo le partite e soprattutto qual era il furgone sul quale vengono caricati gli striscioni più importanti del gruppo». Insomma gli ultras serbi volevano colpire proprio i Fedayn. «Chiaro.

I Fedayn sono un gruppo storico nel panorama ultras. Hanno 50 anni di storia alle spalle e quello striscione è uno dei 4/5 più rappresentativi in Italia e in Europa. Qui parliamo di un'onta che sarà difficile da cancellare». D'altronde i serbi secondi i racconti sarebbero andati a colpo sicuro.

«I Fedayn sono un gruppo storico che all'interno della Sud non si è piegato mai. Occupano quello spicchio di curva e hanno resistito a guerre e scontri interni. Hanno una logica diversa rispetto agli altri gruppi egemoni».

Insomma gli altra del gruppo di estrema destra dei Delije, il più violento e organizzato in Europa conosceva le abitudini dei giallorossi. «Proprio perché i Fedayn sono un gruppo a sé stante, dopo le partite sono sempre separati dagli altri. Si ritrovano a piazza Mancini. Tra l'altro quella con l'Empoli era una partita senza nessun tipo di allarme. Insomma nessuno poteva aspettarsi una cosa del genere. Ecco perché dico che serpeggia la convinzione che magari ai serbi o ai napoletani sia arrivata una soffiata. Erano nascosti tra i cespugli. Hanno agito come un gruppo paramilitare. Erano armati di manici di piccone, manganelli spagnoli e indossavano guanti di lattice. Hanno colpito duro e in modo chirurgico. Tanto che quando sono arrivati nessuno era pronto allo scontro. Una vera e propria imboscata. Hanno preso gli striscioni e sono spariti».

LA FUGA

Da quanto raccontato, dunque, si ipotizza il coinvolgimento di qualcuno che abbia facilitato la fuga. «Questo non lo so. Posso immaginarlo. Insomma dopo l'assalto a sorpresa, i Fedayn in una manciata di minuti si sono compattati e sono corsi a cercarli. Erano spariti. Nessuna traccia in città come se la conoscessero a memoria. Li hanno cercati a Termini, a Fiumicino. Svaniti nel nulla. Avevano di sicuro qualche macchina che li aspettava per portarli via velocemente» racconta ancora il tifoso romanista. «È accaduto qualcosa di unico. Di scontri e d'imboscate ne ho viste tante ma in questo modo no. Qui parliamo di qualcosa che va oltre il codice ultras, cioè le regole non scritte del mondo delle curve. Ecco perché questo precedente può creare qualcosa di molto pericoloso. A tutte le partite ora c'è il rischio che la cosa possa ripetersi». Un colpo duro quello subito da uno dei gruppi simbolo del tifo italiano ed europeo. «Durissimo. Ma avete capito di cosa parliamo? Lo striscione dei Fedayn! Parliamo della storia del tifo organizzato. E ripeto non è casuale».

Ma perché ne è così convinto? «Perché questo episodio porterà inevitabilmente allo scioglimento dei Fedayn. O comunque ad un loro enorme ridimensionamento. Questo vuol dire che in Sud scoppierà una guerra per prendersi la leadership della curva. Non mi sorprenderei di vedere scazzottate in curva come accadde qualche tempo fa. È una resa dei conti che da tempo era nell'aria. Peccato, perché in questa stagione lo stadio sembrava tornato quello degli anni 80».

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