Francesco Valdiserri, l'investitrice Chiara Silvestri: «E' vero, avevo bevuto, quei due non li ho visti»

La 23enne è finita agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio stradale. La ragazza sostiene di non sapere come abbia fatto a finire con la sua auto su quel marciapiede.

Domenica 23 Ottobre 2022 di Valeria Di Corrado
Francesco Valdiserri, l'investitrice Chiara Silvestri: «E' vero, avevo bevuto, quei due non li ho visti»

È stato difficile per il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma portare a termine l'interrogatorio di garanzia di Chiara Silvestri. La 23enne finita agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio stradale, per aver travolto con la sua Suzuki Swift il 18enne Francesco Valdiserri, ieri mattina scoppiava di continuo a piangere mentre il gip e il pm le ponevano le domande.

Era sotto shock e ripeteva di sentirsi in colpa. Non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma il suo racconto è stato costellato di non ricordo. «Non li ho visti», ha spiegato l'indagata riferendosi alla vittima e al suo amico Niccolò (sopravvissuto), che la notte tra mercoledì e giovedì scorso stavano camminando lungo il marciapiede di via Cristoforo Colombo, all'altezza di via Giustiniano Imperatore, dopo essere stati al cinema.

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«NON STAVO AL TELEFONO»
La ragazza sostiene di non sapere come abbia fatto a finire con la sua auto su quel marciapiede. La macchina ha sbandato - non ci sono segni di frenata sull'asfalto - ma Chiara non ha spiegato il motivo per cui ha perso il controllo. Alla domanda se stesse usando il cellulare, ha risposto che non stava telefonando. La perizia disposta dal pubblico ministero sul suo smartphone chiarirà questo aspetto. Ma, anche se dovesse risultare vero che non stava chiamando nessuno, non significa che non potesse essere stata distratta dal telefonino, magari da una semplice notifica di un messaggio o di un post sui social. Conferme o smentite su questo potrebbero arrivare dalla testimonianza del suo amico, Emanuel Datan Pesa, che era seduto a fianco a lei. Il ragazzo è stato sentito a "caldo", subito dopo l'incidente, dagli agenti della Municipale del gruppo Marconi. Ma molto probabilmente domani verrà ascoltato a sommarie informazioni dal pubblico ministero, con l'obbligo di dire la verità, perché in caso contrario rischia di incorrere nei reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento.

 


ALTERAZIONE PSICO-FISICA
La 23enne, risultata positiva sia all'alcol-test che al drug-test, ha ammesso davanti ai magistrati di aver bevuto quella sera. D'altronde il tasso alcolemico rilevato nel sangue era tre volte superiore al limite massimo consentito. Mentre ha precisato che mercoledì non aveva assunto sostanze e che aveva fumato della cannabis un paio di giorni prima. Questo suo stato di alterazione psico-fisica costituisce un'aggravante, che si aggiunge al fatto di essere recidiva. Due anni fa, infatti, le era stata sospesa la patente perché si era rifiutata di sottoporsi al drug test.


LA VELOCITÀ
Un altro aspetto che le indagini dovranno chiarire riguarda la velocità a cui andava. Chiara ha detto di non ricordarselo, di non aver guardato il contachilometri prima dell'impatto. Ma molto probabilmente, considerati i danni riportati dalla sua auto, procedeva a più di 70 all'ora, quindi oltre il limite consentito. Per accertare questa circostanza, domani il pm conferirà l'incarico per una consulenza cinematica. Questa, infatti, potrebbe essere un'altra aggravante che farebbe lievitare la pena di un'eventuale condanna.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA