Prima la violenta aggressione poi la coltellata al petto e infine la fuga con la borsa. «Ho tentato di difendermi, ma era una furia. Mi ha sorpresa alle spalle e non ho avuto scampo. Mi ha spinto a terra e ha infierito su di me con il coltello» ha raccontato agli investigatori la vittima, O. N. R., una trans di origini colombiane di 54 anni.
Durante la denuncia ha inoltre riferito di averlo visto fuggire a piedi verso la Casilina: «Quando mi ha picchiata - ha precisato- era a volto scoperto. Per alcuni secondi sono riuscita a guardarlo. Poi mi ha girata e mi ha sbattuto la testa a terra. A quel punto però ho quasi perso i sensi. In un istante l'ho visto imboccare la via Casilina. Poi più nulla». Gli investigatori hanno avviato una fitta rete di ricerche nel quadrante del Casilino restando in contatto con la vittima. Ed è stata proprio la 54enne a dare la svolta alle indagini quando, nel tardo pomeriggio di venerdì (29 settembre) ha riconosciuto nei pressi di casa l'uomo che l'aveva accoltellata e rapinata.
Ha quindi allertato gli agenti di polizia che, dopo averle ordinato di mantenere una distanza di sicurezza, in pochi istanti sono intervenuti sul posto. I poliziotti hanno quindi rintracciato il ricercato mentre stava cenando in un chiosco di kebab. Con le manette ai polsi dovrà ora rispondere delle accuse di rapina aggravata e lesioni.
IL RICONOSCIMENTO
«Non ho fatto nulla perché mi state portando via» ha ripetuto più volte ai poliziotti senza però opporre alcuna resistenza. A inchiodarlo però è stata la vittima. In un confronto all'americana al commissariato di Torpignattara la donna lo ha riconosciuto: «È stato lui, ne sono sicura» ha detto senza esitare.
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Gli investigatori hanno quindi proceduto con l'arresto di K. M.I., uno straniero di origini pakistane di 30 anni, senza regolare permesso di soggiorno e senza fissa dimora. Durante gli accertamenti sono emersi precedenti dal 2019 per lesioni e spaccio di stupefacenti. L'ultimo precedente è di una manciata di mesi fa quando l'arrestato era stato allontanato da un bar di via di Torpignattara in seguito a un'altra aggressione. Il 30enne è stato quindi trasferito nel carcere di Regina Coeli. Mentre proseguono le indagini dei poliziotti. C'è più di un sospetto che l'arrestato sia autori di altri casi analoghi tra il Casilino e il Prenestino. Ecco perché gli agenti non hanno ancora chiuso il caso.
Nello specifico, le indagini si stanno concentrando sulla ricerca del coltello. L'arma utilizzata per l'aggressione di via Cencelli, un fendente di circa 30 centimetri: «Stiamo svolgendo una serie di accertamenti e confronti con le ultime denunce di aggressioni e rapine registrate nel quadrante est della Capitale - spiegano- il recente passato conferma che l'arrestato ha un'indole violenta. Non è escluso che attraverso gli ultimi rilievi sia possibile chiudere il cerchio di altre inchieste. Quello adottato dall'arrestato è un modus operandi che stiamo analizzando» concludono.