Talluto, mini-sconto di pena in Appello: 22 anni all'untore dell'Hiv

Martedì 11 Dicembre 2018
Valentino Talluto

Ha ascoltato impassibile i giudici che lo condannavano a 22 anni di carcere per avere contagiato con l'Hiv tante giovani donne; e, mentre la Corte d'assise d'appello pronunciava la sua decisione, confermando sostanzialmente l'impianto accusatorio della sentenza di primo grado, alcune delle vittime presenti in aula si sono lasciate andare a lacrime di delusione. 

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Oggi, Valentino Talluto è stato condannato per lesioni personali gravissime; lo stesso reato del primo grado, quando però aveva avuto 24 anni di reclusione. La lieve riduzione di oggi è motivata con un'assoluzione parziale per quattro degli episodi contestati. La parte assolutoria della sentenza è motivata con la formula dubitativa, ovvero esiste per i giudici un dubbio che il contagio di queste quattro ragazze (una delle quali alla lettura del dispositivo è scoppiata in lacrime, scappando dall'aula) sia stato provocato da Talluto. Complessivamente al giovane di origini siciliane venivano attribuiti 57 episodi, 32 di contagio diretto o indiretto, e 25 scampati grazie alla presenza di anticorpi; venticinque di queste ragazze si sono costituite parti civili (insieme con loro anche le associazioni 'Bon't worry' e 'Differenza Donnà).

Secondo l'accusa Talluto, a partire dal 2006, avrebbe infettato le sue partner - alcune delle quali agganciate via internet su siti d'incontri - con rapporti sessuali non protetti. A tutte chiedeva di non usare il profilattico, per provare maggior piacere durante i rapporti, e tante lo avevano accontento. A conclusione del processo di primo grado, fu condannato a 24 anni di reclusione per le lesioni gravissime cagionate; cadde, però, la pesante imputazione di epidemia dolosa. Oggi, il Pg Simonetta Matone, nel motivare la sua richiesta di condanna a 30 anni di carcere, ha chiesto di ripristinare l'imputazione di epidemia. «Considerato il numero dei casi, il numero elevatissimo dei contagi - ha detto - questa condotta ha costituito un vero e proprio attentato alla salute pubblica.

È epidemia; siamo in presenza di un'epidemia scientemente provocata».

La parte civile ha fatto un appello accorato, ponendo la 'lucè sulle vittime («Ci sono 33 vittime, tutte giovani che avranno la loro vita segnata dall'Aids. È una storia di violenza incredibile, senza una ragione, senza una motivazione. Solo un unico obiettivo: la volontà di contagiare», ha detto una degli avvocati), sulla sofferenza patita, su una vicenda che ha cambiato completamente la loro vita. Mentre per la difesa si sarebbe dovuto giungere a una sentenza assolutoria, in virtù di indagini ritenute 'incompletè: «non viene fornita la motivazione della prova, su cosa si fondi. Talluto è stato già condannato a vita, lui sarà sempre considerato l»untorè. Più di qualche punto buio c'è, e questo lascia Valentino Talluto nella non colpevolezza«. Ma i giudici d'appello non sono stati d'accordo, sentenziando la condanna e la conferma dell'impianto accusatorio della pronuncia di primo grado

Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA