Cucchi, il ministro Bonafede a Ilaria: «Al lavoro per giustizia rapida»

Mercoledì 24 Ottobre 2018
Cucchi, il ministro Bonafede a Ilaria: «Al lavoro per giustizia rapida»
«Stefano Cucchi aveva il volto tumefatto e lamentava dolori nella zona sacrale, con difficoltà a sedersi perché gli faceva male la schiena. Mi disse che si era fatto male cadendo dalle scale». A dichiararlo è Rolando Degli Angioli, il medico che visitò Cucchi in carcere il giorno dopo l'arresto. «Non poteva stare in istituto, doveva fare quegli esami - dice il medico rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò - C'era qualcosa che non andava e la situazione stava evolvendo in senso negativo. Era un codice giallo in evoluzione. Rimasi allibito quando seppi che era tornato dal Fatebenefratelli con due vertebre rotte, senza che gli avessero fatto da rx che avevo prescritto» ha aggiunto il medico, sentito oggi nella nuova udienza a piazzale Clodio. Degli Angioli aveva prescritto per Cucchi il ricovero immediato in un ambulatorio esterno.

Il pm Giovanni Musarò ha spiegato nel corso dell'udienza che l'annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi fu diretta conseguenza di un ordine arrivato dall'alto: «Quello che ha detto il carabiniere Fancesco Di Sano nell'udienza del 17 aprile è vero: la modifica dell'annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi non fu frutto di una decisione estemporanea e autonoma di un militare, ma fu l'esecuzione di un ordine veicolato dal comando di stazione, che a sua volta recepì un ordine dal comandante di Compagnia, che a sua volta aveva recepito un comando dal gruppo». 

Il pubblico ministero ha così motivato la sua decisione di depositare nuovi atti istruttori. «Questa storia è costellata di falsi, da dopo il pestaggio e proseguita in maniera ossessiva anche dopo la morte di Cucchi. C'è stata un'attività di inquinamento probatorio che ha indirizzato in modo scientifico prove verso persone che non avevano alcuna responsabilità e che sono state sottoposte a giudizio», ha proseguito il pm.

Pasquale Capponi, ex detenuto e vicino di cella di Stefano Cucchi a Regina Coeli, sentito come testimone nel corso del processo ha dichiarato: «Stefano era tutto nero, tumefatto, in faccia e sulla schiena, gli abbiamo dato una sigaretta. Aveva freddo gli abbiamo fatto una tazza di latte caldo». Capponi riferisce quanto gli disse un altro detenuto, il tunisino Alaya Tarek, che aveva parlato con Cucchi in cella. «A lui Stefano disse che erano stati i carabinieri a ridurlo così» ha aggiunto. Presente in tribunale anche Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia, che si è fermato a parlare con Ilaria Cucchi. «Ho detto a Ilaria che stiamo lavorando affinché casi come il suo abbiano giustizia in tempi brevi - ha dichiarato il ministro - Non tutte le famiglie hanno persone con la determinazione di Ilaria Cucchi e non è giusto che chi chiede giustizia debba far conto sulla propria determinazione per ottenerla».
Ultimo aggiornamento: 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA