Roma, spari contro Striscia la Notizia: il video incastra l'aggressore della troupe

Lunedì 4 Dicembre 2017 di Marco De Risi e Alessia Marani
Roma, spari contro Striscia la Notizia: il video incastra l'aggressore della troupe

«Ma quali spari, so' stati du' petardi». Di fronte all'ingresso del circolo con biliardo del calcio a 5 in via Morrovalle, a San Basilio, un gruppetto di ragazzini sghignazza. Hanno 13, 15, 17 anni. «Non ha sparato nessuno», sembrano sicuri del fatto loro. Mentre parlano si avvicina subito un adulto. Un altro ragazzino sputa a terra, dice: «Io mi faccio i fatti miei». Salutano e rientrano. Un isolato più in là, nell'imbuto di via Gigliotti, all'angolo con via Carlo Tranfo, sabato pomeriggio è stata aggredita la troupe di Striscia La Notizia. Un uomo incappucciato ha minacciato di morte e ha lanciato un mattone contro l'inviato Vittorio Brumotti arrivato in piazza con un megafono per dire «no agli spacciatori», prendendo un cameraman alla gambe. Contemporaneamente Brumotti ha sentito «due colpi di pistola», come ha riportato la produzione del programma in una nota. «E nienteeee ci voleva ammazzare ma siamo vivi! San Basilio #roma così mi hanno accolto, il resto lo vedrete domani (oggi, ndr)», scriveva ieri sulla sua pagina Facebook il campione di trial prestato alle inchieste Tv.

Il video che andrà in onda stasera, è al vaglio (nella versione intera) dei carabinieri di Montesacro che hanno ascoltato anche alcune persone in caserma. L'uomo con il mattone - vecchia conoscenza delle forze dell'ordine - sarebbe già stato identificato e già nelle prossime ore potrebbe essere denunciato dalla Procura, i rumori uditi non sarebbero comunque a lui attribuibili. A terra non sono stati trovati né bossoli, né segni. Nessuno è ricorso alle cure mediche. Resta agli atti l'ennesimo tentativo di fermare con la violenza un giornalista dopo la testata data nemmeno da Roberto Spada all'inviato di Nemo, Daniele Piervincenzi, a Ostia. Solidarietà a Brumotti è stata espressa dalla sindaca Virginia Raggi che ha parlato di «vile aggressione». Dura anche la condanna del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, «gesto «inaccettabile». «L'aggressione contro la troupe di Striscia la notizià - il commento della Federazione della Stampa e dell'Ordine dei Giornalisti -, rappresenta un'altra grave testata contro il diritto di cronaca e la libertà di informazione».

L'ENCLAVE
Via Gigliotti è un'enclave: strada chiusa a ferro di cavallo che fa il giro su se stessa in fondo a San Basilio, impossibile sfuggire alle vedette della droga, gli occhi dei boss che controllano il supermarket della coca e della marijuana giardino per giardino. Qui ci sono le vecchie case occupate negli Anni 70. Ma nel quartiere (come in via Lorizzo a Spinaceto, oppure in via Forni alla Nuova Ostia) la politica è arretrata lasciando campo aperto a spacciatori e millennials del crimine stile Gomorra. Il Dio denaro l'unico vero ideale.

NDRINE E VENDETTE
Prima le famiglie romane, poi le potenti ndrine di San Luca e Platì arrivate a dettare legge. Qui chi sgarra, inevitabilmente, paga. Era accaduto allo stesso angolo tra via Gigliotti e via Tranfo nel giugno 2013, quando una guardia giurata di 54 anni per vendicare il figlio ferito a coltellate per motivi di viabilità, decise di farsi giustizia da solo sparando e uccidendo un automobilista di 31 anni. È accaduto a Gabriele Di Ponto, rapinatore feroce («non ho mai visto un persona più cattiva di lui», raccontava l'ex suocero) cresciuto a San Basilio all'ombra delle famiglie romane. Come l'hanno ammazzato fa rabbrividire: fatto a pezzi con una motosega e gettato nell'Aniene. Di lui è affiorato solo un piede mozzato. Era l'agosto del 2015, chi l'ha ucciso in modo tanto plateale è ancora un mistero.
A San Basilio nessuno parla. Chiunque vive nei vecchi lotti che affacciano sulle vie intitolate a tranquilli paesi marchegiani (via Pergola, via Cingoli, via Fabriano) o nei palazzoni di via Montegiorgio con le finestre sul campo rom abusivo, sente quegli occhi addosso. Ed è terribilmente solo. Come a Scampia (o a Tor Bella Monaca) i murales parlano la lingua del posto. A due passi dal luogo dell'aggressione a Brumotti ecco la scritta dedicata a «Cristian». Era la notte di Capodanno del 2012. Cristian Cataldi, pregiudicato di rango, muore dilaniato per l'esplosione di un botto. Ma i familiari dicono: «L'hanno fatto saltare con una bomba». A febbraio di quest'anno l'agguato a un giovane di Tor Lupara, avvicinato in auto da due sicari in moto e ferito a un gluteo. Tra il 2015 e il 2016 si consumano le faide del Tufello e di San Basilio. Un pentito mette a verbale: «Ho sentito che è gente di Ostia», alludendo a legami con i clan che spadroneggiano sul litorale e fanno affari con i narcos internazionale.
 

Ultimo aggiornamento: 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA