Roma, fra cinghiali, volpi e coccodrilli: benvenuti a zoolandia

Giovedì 30 Marzo 2017 di Maria Lombardi
Roma, fra cinghiali, volpi e coccodrilli: benvenuti a zoolandia

A tu per tu con il cinghiale. Capita anche questo a zoolandia, incontri ravvicinati con bestie e bestione di ogni genere. Una signora l'altra mattina se l'è trovato davanti, al parco del Pineto dove passeggiava con un'amica. «I nostri cani lo hanno bloccato. Poi li abbiamo richiamati e il cinghiale si è inoltrato dove la vegetazione è più fitta», racconta Flavia. È andata bene stavolta, solo un po' di paura. E come non averne dopo lo scooterista morto sulla Cassia investendo un cinghiale, la passeggiata di un ungulato su via Baldo degli Ubaldi e l'auto finita addosso a un esemplare a Settebagni. Erano animali selvatici ora sono metropolitani, come volpi pappagalli ricci gabbiani tartarughe e tantissime altre specie un tempo aliene e adesso vicine di casa. Una città bestiale, da safari, la spazzatura ha trasformato l'habitat e anche la fauna: si va a Roma per mangiare.

Quella dei cinghiali è ormai un'emergenza, soprattutto in zona Nord. Circolano vademecum su come difendersi: tenere i cani al guinzaglio, rischiano di essere attaccati, non bloccare la via di fuga e fare la mossa del torero, mettersi di lato. Tremila esemplari che lasciano parchi, riserve naturali, campagne e si avventurano in città: sono più grandi e fanno più figli, arrivano dall'Est. «Una razza introdotta a scopo venatorio che sta facendo scomparire il nostro cinghiale europeo», Valentina Coppola, presidente di Earth, dice che per fermare l'avanzata servirebbero «barriere elettrificate e sterilizzazione con cibo che eviti la riproduzione». Chi uccide i cinghiali? I lupi, ma sono troppo pochi, così sembra inarrestabile la moltiplicazione senza «più competitori in natura». Fermateli, chiede Coldiretti del Lazio: coltivazioni distrutte, anche nella riserva naturale della Marcigliana, a Roma.

LE GUERRE
Non è l'unica invasione. Ci sono i pappagalli parrocchetti che assediano rami e parchi, tutt'altro che innocui. «Rosicchiano le cortecce degli alberi esponendoli a malattie e pericolo di crolli», aggiunge Coppola. «E sono anche competitori con i nostri uccelli per la nidificazione». Le tartarughe a guance rosse, quelle che provengono dagli Stati Uniti, piccole come una moneta quando si comprano, poi crescono e in tanti le abbandonano nei laghetti dei parchi. Mangiano le uova delle nostre tartarughe emys e le minacciano. Gli scoiattoli grigi messi in libertà stanno facendo scomparire gli scoiattoli rossi e neri. Guerra anche nei cieli, adesso sono i gabbiani a dominare (c'è chi azzarda siano ormai 40mila) e i piccioni in ritirata.

LE CAUSE
Avvistati in città furetti, baby coccodrilli, draghi barbuti, boa constrictor, civette, sparvieri, gheppi, istrici: animali tenuti in cattività che i padroni hanno lasciano in strada o davanti alle cliniche veterinarie.
La globalizzazione è anche animale. Dalla rana toro americana al tamia siberiano e al gambero rosso della Louisiana, sono 232 le specie aliene censite nel Lazio nel corso del progetto Pasal. L'impatto sull'ambiente è fortissimo. Colpa degli uomini che le hanno introdotte al di fuori della loro area di origine, «accidentalmente o volontariamente», facendo enormi danni. «Le invasioni biologiche sono legate alla velocità degli scambi e dei mutamenti globali di questo momento storico - spiega Andrea Monaco della direzione Ambiente e Sistemi naturali della Regione Lazio - per affrontare questa minaccia occorre informare di più e meglio i cittadini. Servono comportamenti responsabili, per evitare nuovi rilasci di specie in natura, per segnalare nuovi focolai di invasione e per aiutare a rimuovere le specie più dannose».

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Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 12:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA