Altare della Patria: individuati
i vandali grazie al bancomat

Sabato 25 Agosto 2018 di Marco Carta
Vandali alla fontana di Piazza Venezia

Incastrati dal logo di una busta. Beffati dai costumi indossati, pagati con un bancomat, invece che con i soldi in contanti. I bagnanti di piazza Venezia, che lo scorso 19 agosto si sono immersi nella fontana di marmo a ridosso dell’Altare della Patria, hanno le ore contate. A distanza di pochi giorni dalla bravata, le indagini intorno al gruppo di turisti, probabilmente inglesi, hanno avuto un’accelerata decisiva e si avviano verso la conclusione. Gli inquirenti non sono riusciti ancora ad avere i nomi e i cognomi dei tre bagnanti, che per diversi minuti si sono immersi e denudati nell’acqua, sfregiando l’onore della città, in una delle zone più turistiche al mondo. Ma hanno ricostruito tutti i loro spostamenti, partendo da alcuni dettagli precisi emersi dall’attenta osservazione delle riprese di Maxim Maleckij, l’autonoleggiatore ucraino, che con il suo smartphone aveva immortalato gli «eredi» di Anita Ekberg, la protagonista de «La dolce vita» il film di Federico Fellini. Meno eleganti dell’attrice svedese e di sicuro più cafoni. 

I SELFIE
I selfie prima e dopo le immersioni, poi gli schizzi e i giochi acquatici. Come in una piscina privata, senza essere disturbati da nessuno. Inizialmente sono tre le persone all’interno della vasca. Poi uno di loro esce, in acqua rimangono gli altri due, che decidono di concludere in bellezza, improvvisando anche uno spogliarello. Uno dei giovani, infatti, si abbassa il costume da mare che indossa. Un indumento di un marchio ben preciso, che sarebbe stato comprato in un negozio a poca distanza da piazza Venezia, in una delle tante botteghe che affollano via del Gambero. Ad indirizzare gli investigatori sono stati, in maniera inconsapevole, gli stessi bagnanti: insieme ai tuffatori, infatti, nel video del trasportatore, che avrebbe ripreso la «combriccola» per diversi minuti, compaiono anche i loro amici, che assistono alla scena e immortalano la bravata con gli smartphone. Uno di loro ha in mano la busta del negozio di via del Gambero, dove il gruppo sarebbe stato un paio di ore prima. A confermarlo sono le immagini di videosorveglianza privata di alcuni esercizi commerciali della zona, vagliate dalla polizia locale, che indaga sul caso. E’ grazie alle riprese degli esercenti, a disposizione delle forze dell’ordine sin dalle prime ore, che è stato possibile ricostruire tutti gli spostamenti della comitiva proveniente dal Regno Unito. 

LA RICOSTRUZIONE
Alle tre comprano il costume presso il negozio Franceschini. Poco dopo decidono di testarne la qualità: sono le cinque del pomeriggio, il sole è ancora alto. Roma bolle e le spiagge di Ostia sono troppo lontane. Poco male, anche Piazza Venezia, a pochi passi dal Campidoglio e dai palazzi del potere, per una rinfrescata può andare bene. Il bagno dura diversi minuti, in cui i turisti si immergono beati, senza essere disturbati. Per ora sono volti senza nomi. Ma con un numero ben preciso: quello del bancomat con cui avrebbero acquistato l’indumento, pagato poco più di dieci euro, sfruttando il prezzo favorevole dei saldi. L’orario dell’acquisto coincide con le immagini visionate, prima e durante il bagno. Per questo gli inquirenti sono certi di aver chiuso il cerchio. Due sono i reati che potrebbero essere contestati dal pm Tiziana Cugini, che ha in mano il fascicolo: atti osceni in luogo pubblico e la violazione per l’uso illecito di beni culturali o paesaggistici. I bagnanti di piazza Venezia, però, non sono certo gli unici ad aver scambiato le fontane romane per piscine comunali. Sono circa dieci nelle ultime due settimane le persone sanzionate dalla Polizia Locale per aver effettuato bagni nelle fontane del centro storico. Come la turista americana di 68 anni fermata il 22 agosto, sempre dagli agenti di polizia locale, mentre immergeva i piedi nella fontana di piazza Venezia, la stessa dei turisti inglesi. Per quel gesto la donna è stata multata 450 euro e denunciata per vilipendio di tombe. I tre ragazzi, invece, sono riusciti a farla franca. La speranza, e la convinzione degli inquirenti, è che sia solo questione di giorni. Forse anche di ore.
 

Ultimo aggiornamento: 13:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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