Pamela, la Procura: «È stata violentata da Oseghale»

Giovedì 3 Maggio 2018
Pamela, la Procura: «È stata violentata da Oseghale»
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Omicidio. È questo il nuovo, pesante, capo d'imputazione che la procura di Macerata contesta a Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. La nuova misura cautelare, accolta dal gip Giovanni Maria Manzoni, gli è stata notificata nel carcere di Ascoli, dove si trova già per i reati di occultamento e vilipendio di cadavere. Nuovi dettagli sull'omicidio della 18enne romana arrivano dal procuratore del capoluogo marchigiano Giovanni Giorgio.

Secondo l'accusa, Oseghale avrebbe violentato Pamela mentre la giovane era in balia dell'eroina. 

I funerali della ragazza che si svolgeranno la mattina del 5maggio nella parrocchia di Ognissanti di via Appia Nuova a Roma.

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I risultati dei Ris, infatti, hanno evidenziato un rapporto sessuale completo tra i due. Informazioni inedite che aggravano la posizione del nigeriano. In precedenza, infatti, il gip non aveva ritenuto che vi fossero gravi indizi di colpevolezza per tale accusa, ipotizzando invece che tra i due si fosse creato un clima amicale. Per la Procura, l'accusa di abuso sessuale sarebbe avvalorata anche dalla «cura maniacale» messa da Oseghale per far sparire le tracce del rapporto violento, pulendo con la candeggina e asportando gli organi genitali della ragazza.

Un'ipotesi «seria» ma carente di «gravi indizi di colpevolezza» secondo il gip che, ha spiegato il procuratore, ricostruisce l'accaduto in maniera parzialmente diversa ed esclude dunque la violenza sessuale. L'ipotesi del giudice è che tra Pamela e Oseghale, che fecero spesa e pranzarono insieme il 30 gennaio oltre a scambiarsi una sigaretta, si sarebbe creato un clima amicale. La situazione sarebbe poi precipitata, per il gip, quando Pamela avrebbe accusato un malore, generando il panico in Oseghale che si era reso conto della gravissima situazione in cui si trovava.

Un quadro che, concordano invece Procura e gip, avrebbe portato il nigeriano ad uccidere la 18enne e poi a tentare di farne sparire il corpo cancellando ogni traccia in casa e sul cadavere. Per far riconoscere l'accusa di violenza sessuale la Procura sta ora valutando anche il ricorso al tribunale del Riesame. Intanto domani, a tre mesi dal drammatico omicidio, la salma di Pamela tornerà finalmente a Roma. Oggi mamma Alessandra è stata a Macerata per completare le formalità burocratiche per il trasferimento del corpo in vista dei funerali di sabato, nella parrocchia di Ognissanti in via Appia Nuova, nel cuore del quartiere San Giovanni.

Proprio in memoria della 18enne, il 5 maggio il comune di Roma ha indetto il lutto cittadino. Stessa misura annunciata oggi anche dall'amministrazione di Macerata, con uno strascico di polemiche da parte della famiglia di Pamela. «Ma alla fiaccolata non c'era nessuno dell' amministrazione», fa notare la mamma. «Che non sia un gesto con cui pensano di lavarsi la coscienza - commenta lo zio della ragazza, nonché legale di famiglia, Marco Valerio Verni -: alle parole devono seguire fatti concreti. Le responsabilità del Comune ci sono, servono fatti concreti per affrontare seriamente la situazione e fermare l'immigrazione clandestina e lo spaccio di droga in città».


 
 

Ultimo aggiornamento: 23:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA