Kitesurfer risucchiato dall'elicottero: «Sono volato, poi lo schianto sulla sabbia»

Venerdì 5 Ottobre 2018 di Paolo Chiriatti
Kitesurfer risucchiato dall'elicottero: «Sono volato, poi lo schianto sulla sabbia»

«È stato un attimo, mi sono sentito sollevare da terra, per una frazione di secondo ho pensato di sganciare la vela, ma era già troppo tardi. Ho perso i sensi mentre venivo risucchiato in alto. Mi sono svegliato quando mi sono schiantato sulla sabbia». Sandro Ognibene ha ricordato così, con chi ieri è andato a trovarlo in ospedale, l'incredibile incidente di cui è stato vittima.

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Il kitesurfer romano mercoledì pomeriggio è stato sollevato da una corrente d'aria creata da un elicottero militare che volava a bassa quota sopra la spiaggia di Torre Flavia durante un'esercitazione interforze. «Se avessi solo immaginato quello che poteva succedere non avrei nemmeno armato la vela». L'uomo, 50 anni e una passione per questo sport che lo accompagna da quando è un ragazzo, è ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Gemelli. Le sue condizioni di salute hanno del miracoloso, visto quello che ha passato. Se l'è cavata con quattro costole fratturate, un versamento polmonare e uno al rene.
 

 

L'IMPATTO E IL SANGUE
I tanti testimoni che il giorno prima erano sulla spiaggia nei pressi di Ladispoli lo avevano visto perdere copiosamente sangue dalla bocca, dopo un impatto al suolo devastante. E invece Sandro, un metro e novanta di muscoli, non ha mai perso conoscenza. Ha avuto la forza di avvisare la moglie per telefono (la donna non era con lui come si pensava in un primo momento, ndr), ha chiesto degli abiti puliti e asciutti mentre l'eliambulanza lo caricava per portarlo in salvo. Ieri in ospedale c'erano amici e parenti a dargli conforto. «Probabilmente dovrà portare un busto, dovrà stare fermo qualche mese, ma se conosco bene Sandro so che tornerà sul kitesurf il prima possibile», ha spiegato Stefano, un amico che condivide con lui la passione per questo sport. «Mio marito è un esperto di questa disciplina, ha avvicinato tanti ragazzi al kitesurf, ed è sempre stato estremamente prudente. Non ha mai avuto incidenti e usciva solo quando le condizioni meteo lo consentivano. E poi gli va a capitare una cosa del genere, che a raccontarla non ci si crede» si è sfogata la moglie del 50enne. Con lei ci sono la mamma e il fratello di Sandro. Sono tutti visibilmente sollevati, ma resta la rabbia per quanto è successo.
 


LA VISITA
In mattinata si era presentato in ospedale anche un alto ufficiale dell'esercito, un medico. Voleva sincerarsi delle condizioni di salute dell'uomo, a Sandro ha fatto gli auguri per una guarigione rapida. «Gli abbiamo chiesto come è possibile che quegli elicotteri militari volino a quote tanto basse. Ha risposto che lui non ha competenza sulle esercitazioni, ma tra le righe ci ha anche lasciato intendere che fare kitesurf in quell'area può essere pericoloso, e che forse visto che Torre Flavia è a ridosso dell'aeroporto militare di Furbara, bisognerebbe vietare questo sport nella zona» ha detto ancora Stefano, aggiungendo: «Come se la presenza di elicotteri che sfrecciano a volo radente non fosse un pericolo per tutti. Sono giorni che vanno avanti a sfrecciare, i residenti e i bagnanti sono esasperati. Qui non è una questione di sicurezza per fa kitesurf, ma per tutti».
Ieri era ancora presto per parlarne, ma probabilmente Sandro chiederà un risarcimento per quello che è successo. I familiari nemmeno ci pensavano, ma già nelle ore successive all'incidente almeno un paio di avvocati si erano fatti avanti proponendo un'azione legale. In molti, tra le decine di persone che mercoledì hanno assistito all'incidente, si sono fatti avanti per testimoniare. Sandro, nei terribili istanti successivi allo schianto, ha fissa in mente l'immagine di una coppia, un uomo e una donna che gli hanno prestato soccorso dall'inizio. «Non so chi siano, non li conosco. Vorrei solo poterli ringraziare», ha spiegato ieri il kitesurfer.
 

Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA