«Una tragedia del genere non doveva capitare», la zia del piccolo Valerio lo ripete al telefono, di fronte alla camera mortuaria dell'ospedale romano Sandro Pertini. Prova a raccontare una tragedia inspiegabile, cercando di trattenere le lacrime, a chi dall'altra parte del cellulare tenta di darle conforto. Il piccolo Valerio giace in una stanza. Il suo corpicino è coperto da un lenzuolo bianco mentre le zie e gli zii a turno passano e lo abbracciano. Gli accarezzano il viso. Una processione composta e dignitosa quella dei tanti parenti e amici della famiglia La Rocca che ieri ha riempito il piazzale del nosocomio in via dei Monti Tiburtini. Il dolore vince su tutto. «Non riusciamo a dire nulla, siamo devastati», racconta un amico della famiglia. Si invoca e si pretende il silenzio, mentre le lacrime scendono copiose su tanti volti. È impossibile riuscire ad accettare che il piccolo sia morto per un incidente domestico. Anche gli agenti dei commissariati S. Ippolito e San Basilio hanno confermato la dinamica dell'incidente dopo aver ascoltato i genitori e i parenti. «Stava giocando in giardino e mentre si arrampicava sul muretto si è aggrappato per non cadere a un vaso che però gli è crollato addosso», ripercorre sempre al telefono un altro amico dei coniugi La Rocca.
I GENITORI
A poco a poco da Marco Simone, la piccola località alle porte di Guidonia dove Valerio viveva con i suoi genitori, arrivano i parenti più stretti. La mamma del piccolo ha fatto avanti e indietro tra il nosocomio e la villetta di via Spagna per l'intera giornata. Il suo volto è stravolto. Gli occhi gonfi dal dolore. A passo svelto entra nella camera mortuaria dell'ospedale senza proferir parola. Regna l'incredulità e la disperazione a tratti si mischia alla rabbia, all'incapacità di accettare che la vita di un bambino di soli 5 anni sia stata strappata via da una triste fatalità. «Non ci riesco ancora a credere, Valerio non c'è più», commenta sempre al telefono un amico del papà.
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