Roma, agguato ai Triassi: un regolamento di conti dietro l'accoltellamento del boss di Ostia

Venerdì 3 Giugno 2016 di Mirko Polisano
Roma, agguato ai Triassi: un regolamento di conti dietro l'accoltellamento del boss di Ostia
Ha tutto il sapore di un regolamento di conti l'accoltellamento di Manuel Sannino, il genero di Vito Triassi, reggente dell'omonimo clan affiliato alla cosca siciliana dei Cuntrera-Caruana. Ci sarebbe uno scambio di droga finito male e un giro di scommesse dietro l'agguato che si è consumato lunedì pomeriggio in pieno giorno davanti al palazzo del X municipio, sciolto proprio per la presenza di infiltrazioni mafiose sul territorio. È la mala del litorale di Roma a gestire le bische, più delle volte camuffate da sale biliardo, tra Ostia e Acilia. Lo smercio di una partita di cocaina e un giro d'affari legato al mondo del gioco d'azzardo clandestino. Sarebbe questa la pista che la polizia del Lido sta seguendo per fare chiarezza sul ferimento del trentacinquenne, giovane ma con un lungo curriculum criminale. Gli inquirenti stanno conducendo le indagini tra muri di omertà e dichiarazioni ritenute «non collaborative». Proprio come quelle di Manuel Sannino che è stato ascoltato dagli investigatori nelle ore successive alla trappola che gli hanno teso. Una testimonianza piena di «non lo so e non ricordo» la sua, che gli è anche costato l'arresto per favoreggiamento. In commissariato sono stati sentiti anche i titolari delle attività commerciali dove l'uomo ha cercato di mettersi al riparo.
 
LE TESTIMONIANZE
I negozianti hanno fornito la loro versione dei fatti, ribadendo di aver udito più colpi di pistola che sono stati esplosi. I bossoli però non sono stati trovati, circostanza questa che apre a diverse ipotesi, tra cui quella che fa pensare che l'arma utilizzata possa essere stata o un revolver oppure una scacciacani. Anche i filmati del circuito di video sorveglianza sono stati sequestrati dagli agenti del 113. Può essere sufficiente un dettaglio per risalire a chi ha accoltellato Sannino alla schiena. Così come si stanno passando al setaccio i tabulati telefonici e l'attenzione degli inquirenti si sta concentrando su una chiamata ricevuta dalla vittima subito dopo pranzo. Un appuntamento, forse, con quelli che poi sarebbero diventati i suoi aggressori, scappati a bordo di una moto di grossa cilindrata. Un episodio che riporta alla ribalta come la guerra tra clan a Ostia ha avuto solo una tregua. Dopo l'arresto di «Don» Carmine Fasciani a processo con la richiesta di una condanna a 27 anni, sullo scacchiere della criminalità di Ostia potrebbero spostarsi gli equilibri. A Ostia adesso si attende solo la prossima mossa.
Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 10:30